Delitto di Pierina, caccia al pirata della strada che investì il figlio Giuliano a Rimini

Proseguono le indagini sull’assassinio di Pierina Paganelli, ma la svolta, ormai a oltre 40 giorni dal delitto, non è ancora arrivata. Nell’ultima settimana si è registrato uno stop alle convocazioni in questura: gli attesi e annunciati colloqui di Loris e Louis, che sarebbero dovuti essere sentiti a sommarie informazioni dopo Manuela e Valeria, non sono stati pianificati. Nuovo impulso, invece ai rilievi sulla scena del crimine, con la polizia scientifica che ha fatto ritorno al garage di via del Ciclamino per effettuare test approfonditi sull’ascensore accanto al vano in cui Pierina è stata assassinata con 29 coltellate.
Per quanto riguarda invece l’altro pezzo del puzzle, quello dell’incidente di cui è stato vittima Giuliano Saponi, figlio di Pierina, gli inquirenti sembrano avere preso una direzione ben definita. Pare infatti accantonata l’ipotesi di un’aggressione, e ci si concentra soprattutto sull’individuazione del pirata della strada. In settimana, infatti, Giuliano, assistito dall’avvocata Monica Lunedei, si è presentato sul luogo dell’incidente, dove, insieme agli esperti, sono stati effettuati i rilievi fonometrici per prendere la misura dell’altezza della bici e restringere il campo sul pirata della strada. A colpire Giuliano potrebbe essere stato un unico e improvviso evento traumatico: se fosse stata un’aggressione, si ipotizza, non avrebbe mantenuto le mani sul manubrio. Lì accanto c’erano poi fossi e una via traversa, luoghi più “riservati” in cui sarebbe stato più congeniale dare esecuzione a un’aggressione.