Delitto di Pierina a Rimini, solo indizi contro Louis ma nessuna prova certa. In attesa che il dna “parli”

Rimini

Dal dna arriverà la verità sull’omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne riminese uccisa con 29 coltellate il 3 ottobre 2023 nel garage del condominio di via Del Ciclamino, al rientro da un’adunanza di testimoni di Geova. Ci sarà il profilo genetico dell’unico indagato, il senegalese Louis Dassilva? Probabilmente sì. Ci saranno spiegazioni plausibili del perché il dna di Dassilva fosse sul cadavere che non includano aver ucciso Pierina? Ancora una volta, probabilmente sì. Ecco perché tutti i commentatori, i difensori, i consulenti della difesa dalla criminologa Roberta Bruzzone, per il senegalese, a Davide Barzan per la nuora di Pierina, insistono nel dire che sarà un processo indiziario. Ma cosa vuol dire indiziario e perché? Prima di tutto va chiarito che qualora si dovesse arrivare ad una accusa formale per Louis Dassilva, (l’essere indagato non è un’accusa) e a un rinvio a giudizio per omicidio volontario, il processo sarebbe in Corte d’Assise, ossia con giudici togati e giudici popolari. I giudici popolari sono semplici cittadini che avranno, inevitabilmente, già una opinione sul caso. Il loro giudizio però si dovrà formare in aula dove l’accusa, la Procura, rappresentata dal pm Daniele Paci, porterà le argomentazione su cui si è basata l’azione penale. Quando le prove non sono univoche, ossia non hanno una sola possibile lettura, allora si parla di indizi. E qui ci sono molti indizi che portano a Louis ma prove, scientifiche in particolare, ancora nessuna. Per questo motivo i test di laboratorio saranno importanti, perché il dna non mente.

In questi mesi però, 8 per l’esattezza dall’omicidio, i quattro principali sospettati, Louis Dassilva e la moglie Valeria Bartolucci, vicini di casa di Pierina, la nuora Manuela Bianchi, amante di Louis e vicina di casa della suocera assassinata, oltre al fratello Loris Bianchi, hanno potuto meditare su un’eventuale linea difensiva. Manuela e Loris Bianchi, oltre a Valeria Bartolucci non sono indagati, ma subito dopo il delitto fu prelevato a tutti loro il dna. Si fece lo stesso anche con Louis. In 8 mesi i sospettati si sono comportati come se fossero degli accusati, cioè difendendosi. Per ogni mossa degli inquirenti, andavano in tv a dare la loro spiegazione. è emerso così che Louis avrebbe toccato Pierina la mattina del ritrovamento per cui si spiegherebbe un’eventuale traccia del suo dna sulla vittima. E nel caso vi fosse del sangue di Louis in giro per il garage? La spiegazione l’hanno data Valeria e Manuela qualche settimana fa in tv raccontando di come i vestiti sporchi di sangue di Louis, rimasto coinvolto in un incidente stradale qualche giorno prima l’omicidio di Pierina, fossero stati prelevati dall’amante e portati a casa all’insaputa della moglie. Insomma ogni indizio ha una spiegazione che nel corso dei mesi potrebbe anche essere stata ben pensata. Certo se si dovesse trovare del sangue di Pierina sul coltello sequestrato in casa a Louis la cosa sarebbe diversa, ma ad oggi l’arma del delitto non è mai stata trovata. Poi ci sono gli accertamenti tecnici sui pochi video di sorveglianza in possesso degli inquirenti della Squadra mobile di Rimini. Anche in questo caso, si tratta di indizi. C’è infatti un video di sorveglianza della farmacia del quartiere che riprende l’auto di Pierina Paganelli intorno alle 22.10 arrivare in strada e scendere in garage. Poi le telecamere di un box auto privato, vicino a quello della vittima, che hanno registrato le urla della donna mentre veniva aggredita. Poi nuovamente il video della farmacia che riprende forse un uomo di colore passare in un orario compatibile con l’omicidio. Indizi, tanti indizi, che in mano agli inquirenti son diventati la prova che hanno portato a puntare l’attenzione unicamente su Louis.

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