Delitto di Pierina a Rimini, il vicino: «Quello nel video sono io». Poi ritratta

«Non mi riconosco in quel video». Lo ha detto alla Squadra Mobile, durante l’interrogatorio ieri pomeriggio in Questura, il vicino di casa di Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli e in attesa che il Tribunale del Riesame decida sull’istanza di scarcerazione avanzata dai suoi legali, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi. Decisione che, dopo una lunga camera di consiglio, è stata depositata alla cancelleria del Tribunale della Libertà di Bologna ieri sera intorno alle 20, ma nessuna notifica è stata fatta nell’immediato agli avvocati difensori tanto che, ancora dopo le 21 Louis Dassilva rimaneva ancora detenuto.
Proprio i difensori nel ricorso al Tribunale della Libertà avevano posto l’attenzione sulle affermazioni date agli investigatori da una vicina di casa di Dassilva. La donna aveva raccontato alla polizia di essere stata al bar di via del Ciclamino insieme al marito la sera dell’omicidio, il 3 ottobre 2023, e di essere andata a casa intorno alle 21.30, mentre il coniuge l’aveva raggiunta meno di un’ora dopo. L’uomo quindi sarebbe potuto passare davanti alla telecamera di sicurezza della farmacia di via del Ciclamino. La stessa telecamera che, secondo gli inquirenti, avrebbe ripreso il killer di Pierina intorno alle 22.17 e che per Procura e Mobile sarebbe proprio Dassilva. Ieri però il vicino di casa è stato nuovamente interrogato, e nella sua deposizione registrata dalla Squadra Mobile - diversamente da quanto sostenuto dalla moglie in un’intervista televisiva e dallo stesso vicino di casa - avrebbe detto “non mi riconosco in quell’uomo che passa davanti alle telecamere quella sera”.
Al vicino di casa inoltre, sarebbe stato fatto vedere un altro frame, di telecamere di sicurezza, in cui gli investigatori avevano precedentemente verificato che fosse lui, e in quello si è riconosciuto. Insomma su questo caso di omicidio, la Squadra Mobile e la Procura stanno ancora lavorando per approfondire molti degli aspetti marginali dell’inchiesta. In questi mesi, del resto, per tante volte si è assistito a dichiarazioni rese in tv divergere da quello che poi gran parte dei protagonisti hanno detto alla polizia. Fiumi di parole, che anche se ripetute davanti ai microfoni delle televisioni nazionali, non diventano una prova provata. Caratteristica di un’indagine in cui però non bisogna mai perdere di vista tre punti fondamentali: movente, opportunità e quindi alibi.
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