Delitto di Pierina a Rimini, il movente, i filmati delle telecamere, il messaggio sul telefonino e il balcone affacciato sul garage: ecco i motivi dell’arresto di Louis

Il movente: la relazione con la nuora della vittima. La scelta del momento in cui poter agire, grazie alla posizione del suo appartamento: il balcone, affacciato sul garage, gli avrebbe permesso di vedere il rientro in auto di Pierina Paganelli. L’essere sveglio nel lasso temporale del delitto, per aver letto un messaggio ricevuto al telefonino e la connessione a una piattaforma digitale. Ma soprattutto le riprese di una telecamera che alle 22.17 rileva di spalle i movimenti di una persona di carnagione scura (e Louis Dassilva è l’unico di colore che vive nel condominio di via Del Ciclamino) dirigersi verso il portone del civico 31, senza contare che nessuno a cavallo di quell’ora è entrato nelle varie palazzine che compongono il Villaggio San Martino.
Passaggi ritenuti chiave nell’ambito delle indagini sulla morte della pensionata 78enne avvenuta a Rimini lo scorso 3 ottobre che hanno spinto l’autorità giudiziaria a contestare al 34enne senegalese la sussistenza delle aggravanti dei futili motivi, l’aver agito con crudeltà nei confronti della vittima e aver approfittato delle condizioni di tempo, luogo e persona tali da ostacolare la privata difesa. Sono questi i cardini del provvedimento con cui il gip Vinicio Cantarini ha disposto su richiesta della Procura la custodia cautelare in carcere per il vicino di casa della donna che, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, dopo aver ucciso la pensionata sarebbe uscito per liberarsi dell’arma utilizzata, mai rinvenuta, per poi rientrare nel proprio appartamento.