Da farmacista a Ospedaletto a guida ai safari in Kenya: “Ho realizzato il mio sogno di bambina”


Che i libri raccontino mondi e decidano spesso del destino e dei sogni di chi li legge non è una novità. «Se penso alla mia vita di oggi posso dire che in fondo era già tutto scritto nei volumi della mia biblioteca di bambina. Ogni volta che torno a Rimini ed entro nella mia stanza mi appare tutto chiaro: libri di viaggi, avventure, la storia di Elsa la leonessa protagonista di ‘Nata libera’ di Joy Adamson e soprattutto il testo che ho più amato, ‘La mia Africa’ il celebre romanzo di Karen Blixen ambientato in Kenya». E per Camilla Frasca Caccia, il Kenya è stato un vero colpo di fulmine. Vive felicemente, con marito e figlia, da più di vent’anni a Malindi.

Ci può raccontare come si è ritrovata in Kenya partendo da Ospedaletto di Coriano?
«L’Africa è stato il mio sogno fin da bambina. I primi safari li ho fatti insieme ai miei genitori, anche loro appassionati di natura e dei bellissimi spazi del Kenya tanto da decidere di costruirci una casa dove andare ogni volta che era possibile. Dopo gli studi, i miei soggiorni si sono prolungati fino a farmi decidere di rimanere a vivere lì. Così ho iniziato a collaborare con hotel locali e, si sa, da cosa nasce cosa. All’epoca quando ho deciso di trasferirmi parlavo solo francese: non sapevo una parola d’inglese».
Un passo indietro. Si laurea in Farmacia e...?
«Mi sono laureata a Urbino in Farmacia e subito dopo mi sono unita ai miei genitori nella gestione della farmacia di famiglia a Ospedaletto di Coriano. Una vita tranquilla che però è durata poco. Dopo qualche mese ho appeso il camice bianco al chiodo per volare in Africa e provare a diventare guida di safari, cosa che sono riuscita ad ottenere dopo un impegnativo percorso formativo che mi ha permesso di conseguire vari livelli di specializzazione (certificazioni Silver e Nature Guide Fgasa, ossia massimo livello di serietà e affidabilità, ndr). E diventare la prima donna italiana tra le guide professionali di safari».
Circa vent’anni fa ha fondato The Bush Camp, un’agenzia di safari che offre un’esperienza di Africa autentica, lontana dai percorsi battuti dai turisti. Può raccontarci come ha scelto un mestiere così avventuroso?
«Il safari è spirito di esplorazione e brivido della sorpresa, magia di un incontro inaspettato: magari con un branco di leoni che attraversa la strada, il tutto in uno spazio naturale unico al mondo. È la vita che ho scelto e che necessita di uno spirito di adattamento notevole. Quando sei in viaggio nella savana ti rendi conto che la prospettiva è ribaltata. In quel contesto l’uomo è assente, i protagonisti sono gli animali completamente liberi e una natura potentissima. L’esperienza che propongo è la magia di un campo tendato mobile, di quelli veri che riportano agli anni ‘20, a un vecchio modo di fare safari, dove l’ambientazione e lo stile avevano comunque una grande importanza. Noi ci spostiamo in scenari mozzafiato in piccoli gruppi di massimo sei persone, ci precedono i miei ragazzi che sanno allestire perfettamente il campo tendato mobile in sei ore. Tutto è organizzato nei minimi dettagli: prendiamo energia da piccoli pannelli solari montati sui mezzi, allestiamo la tenda cucina dove lo chef prepara piatti italiani al momento, ovviamente non mancano la piada, le tagliatelle e il tiramisù, l’angolo lettura e l’angolo bar dove prepararsi un gin tonic. Il giorno dopo si smonta tutto e ci si sposta di nuovo, senza lasciare alcuna traccia del nostro passaggio».
Parla la lingua kiswahili, è un’appassionata fotografa, non demorde dagli studi universitari e dalle certificazioni professionali, sa riconoscere le orme degli animali al primo sguardo. Nella sua vita lo studio e la curiosità sono delle costanti...
«Credo nell’entusiasmo, nell’organizzazione e nell’impegno. Ho con me una squadra di ragazzi molto motivati che danno sempre il meglio. Durante il safari gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo, pensiamo al cibo che viene trasportato in un mezzo apposito e preparato al momento e ricordiamo sempre che siamo all’interno del parco nazionale dello Tsavo (Est e Ovest) che è circa 22mila chilometri quadrati, grande quanto la Sardegna. The Bush camp è il sogno che ho realizzato e parla di poesia, magia ed esclusività. La notte nella savana è un’esperienza indimenticabile dove la luce delle stelle arriva potentissima come la presenza silenziosa degli animali».
L’animale che la emoziona di più?
«In assoluto il leopardo».
Tornerebbe indietro?
E me lo chiede anche? No. Qui ho trovato il mio paradiso».