Da 40 anni in volo dal Sahara: le rondini hanno scelto una casa di Bellaria come nido

BELLARIA IGEA MARINA
C’è una casa nel Ghetto dei pirati da sempre amica dei balestrucci. Sorge in via Garibaldi, prima del lago Igea e in direzione di Torre Pedrera, un edificio che pur sembrando come gli altri racchiude invece una storia che sa di poesia. Da 40 anni i suoi proprietari, il 74enne Giovanni Cenci, contadino da una vita, e sua moglie accolgono i balestrucci, uccelli migratori della famiglia delle rondini. Piccole creature che hanno attraversato il deserto del Sahara, sorvolato il Mar Mediterraneo combattendo contro venti di tempesta e pericoli per venire a riprodursi, dopo migliaia di chilometri, sotto al cornicione della loro dimora, nella città di Panzini. Un puntino sulle mappe dove costruire nidi di fango, dalla forma semisferica e con un piccolo foro in alto, dopo un viaggio lungo oltre ogni immaginazione.
Un po’ di storia
«Abitiamo in questa casa dal 1962 – spiega Giovanni - ed è stato dopo i lavori effettuati per innalzarla che si sono fatti vivi questi messaggeri della primavera. Da allora continuano a tornare dopo aver dato alla luce anche due o tre covate, a seconda della stagione e al netto di eventuali imprevisti come le piogge che rendono difficoltoso trovare nutrimento per i loro piccoli». Nonostante le emozioni ricevute in dono, il 74enne non nasconde che dietro la scelta di condividere lo stesso “tetto” «c’è un bel po’ di lavoro quotidiano, soprattutto per ripulire vetri e balconi dagli escrementi» ma a ripagare da tutti i sacrifici suoi e di sua moglie è la loro “voce”. Gioca un peso nell’accoglienza anche quanto diceva il padre di Giovanni, riallacciandosi a detti popolari, ovvero che “I nidi non vanno buttati giù perché sennò muore il più vecchio della casa” ma soprattutto che questo tipo di rondine si reca solo nelle case delle persone “più buone”. Senza dimenticare che rappresentano a tutti gli effetti l’insetticida più ecologico e efficace al mondo. Ma la nota dolente resta. È una specie in calo, quella dei balestrucci, a riprova del sempre più fragile equilibrio fra uomo e natura. Quanto a Monumenti vivi Rimini, messo al corrente della vicenda, eseguirà quanto prima un conteggio preciso dei nidi, per inserire quest’esempio virtuoso nella propria mappa online.