Cras Rimini: in nove mesi sono stati recuperati ben 4.300 animali

Rimini
  • 04 ottobre 2024

Il Centro recupero animali selvatici (Cras) di Rimini dall’inizio dell’anno ha già accolto oltre 4.300 animali, tra cui circa mille colombi, 600 tra rondini, rondoni e balestrucci, 300 piccoli mammiferi come ricci, scoiattoli e ghiri, 100 grandi mammiferi come caprioli, daini, tassi, istrici e volpi. Ma ci sono anche diverse centinaia di uccelli locali, dai gabbiani agli scriccioli.

«Questi numeri - spiega l’amministrazione comunale - rappresentano solo una parte del prezioso lavoro svolto dal Cras per proteggere la fauna selvatica del territorio. Un impegno che diventa ancora più rilevante nella cornice della Giornata mondiale degli animali, che si celebra ogni 4 ottobre per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti e sul benessere degli animali».

L’attività

Il Cras riminese si trova in via Baracchi, nella zona di Corpolò, in una struttura messa a disposizione dal Comune «segno di una collaborazione tra istituzioni e volontari fondamentale per portare avanti la missione per la salvaguardia della biodiversità». Attualmente le attività sono divise fra due associazioni: Anpana, che si occupa dei progetti di didattica ambientale, sensibilizzazione alla protezione della fauna selvatica e organizzazione di eventi, ed Atena, fondata dai volontari più esperti del Cras, per le attività di cura. La percentuale di successo nel curare e liberare animali è del 50 per cento: un dato rilevante visto che un animale selvatico, quando viene recuperato, è già in grave difficoltà.

Le principali cause di ingresso nella sede di via Baracchi sono: incidenti stradali, distruzione di nidi, impatti con vetrate. Senza dimenticare le malattie e il salvataggio improprio di cuccioli che non necessitano di aiuto. Molti piccoli caprioli e leprotti, ad esempio, vengono erroneamente portati al Cras da cittadini che li trovano nascosti nell’erba, credendo che siano stati abbandonati. Tuttavia la famiglia animale li lascia lì intenzionalmente, perché il loro miglior camouflage da eventuali prede è l’invisibilità e l’assenza di odore. Portandoli via, si innesca un processo di separazione dalla madre, che dopo due giorni li considera perduti.

La storia

Una storia emblematica della precisione e dell’amore con cui viene trattato ogni animale è quella di una rondine montana, portata al Centro da una coppia che l’aveva trovata ferita in montagna. Era la prima volta che il Cras si trovava ad accudire una rondine di questa specie. Dopo averla curata, era ormai troppo tardi nella stagione per rilasciarla nelle colonie locali, che si erano già spostate. Tuttavia, dopo un’attenta ricerca, i volontari hanno scoperto che alcuni nidi erano presenti a Ridracoli. Così hanno liberato il volatile in quella zona, assicurandosi che si potesse reintegrare nel suo habitat naturale.

I “ricongiungimenti”

La struttura di Corpolò effettua tanti ricongiungimenti tra gli animali dispersi e i proprietari, tra cui molti pappagallini che a seguito di segnalazione via social riescono a tornare a casa. Non mancano poi storie commoventi come quelle dei cuccioli di riccio, molti dei quali arrivano a Corpolò in condizioni critiche, con speranze di recupero praticamente al lumicino. Tuttavia, grazie alla competenza dei volontari, questi piccoli vengono accolti e curati con la massima attenzione fino a che non vengono salvati e rimessi in libertà.

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