Comprare casa e invecchiare insieme agli amici: “A Rimini cresce la richiesta di plurifamiliari”

Rimini

Comprare una casa per invecchiare insieme agli amici. Una prospettiva che nel Riminese non è un sogno ma realtà. Dall’Immobiliare Bigiarini confermano che fioccano «le richieste di abitazioni plurifamiliari da condividere con gli amici d’infanzia» ed anzi che «qualche riminese ha già fatto questo passo con l’obiettivo di far crescere i figli assieme». Nel dettaglio si tratta di quarantenni in cerca di case coloniche, da ristrutturare per ricavarne 3-4 appartamenti. Aspetti irrinunciabili, chiariscono ancora dall’agenzia, restano «i grandi spazi comuni come, ad esempio, la tavernetta, la sala giochi per i bambini o una veranda dove cenare tutti insieme, ma soprattutto il contatto con la natura». Nessun tentennamento, dunque.

Soli nel verde

«Una trattativa agli albori - precisa Giuseppe Bigiarini - interessa un casolare di circa mille metri quadri che sorge sulle colline di Covignano». Ma mette in guardia dai facili entusiasmi. «Al netto dei lati positivi, - sottolinea - c’è quasi sempre da mettere in conto una ristrutturazione per cui serve una buona dose di elasticità mentale, visto che alla fine della fiera gli appartamenti non “escono” tutti uguali». Quanto alla coabitazione con gli amici è un fenomeno, a suo dire, iniziato ben prima della pandemia per smarcarsi dalla solitudine dei condomini dove non si conosce neanche il dirimpettaio o comunque ci si limita al buongiorno. Crescere i figli assieme significa, invece, darsi una mano in caso di malattia del proprio bambino o poter contare su persone fidate. Un trend, dice ancora Biagiarini, di cui si erano notate le prime avvisaglie vent’anni fa in un residence vicino alla nuova Fiera quando la sua immobiliare suggerì al costruttore di acquistare l’area «valorizzandola con spazi comuni come, ad esempio, un campetto da calcetto polivalente o un’area verde recintata». Un successo tale, rimarca, che nel tempo si è registrato un turnover dei residenti «ai minimi termini». Un esempio più recente? «La zona vicina al palacongressi, costellata da miniparchi in cui far giocare in sicurezza i bambini». Opposta, invece, la riflessione dall’immobiliare Marino Ausonia per cui questo trend «comincia a ingranare solo nelle grandi città».

La pandemia come molla

Altra voce, altra prospettiva. Da Habitagreen Roberto Fumelli conferma la moda ormai diffusa in tutta la Romagna «ma declinata su richieste diverse durante e dopo la pandemia». Sul tema, assicura che potrebbe scrivere un trattato, a partire dal periodo pandemico quando «il 90% dell’utenza era formata da persone in età da pensione che palesavano l’esigenza di creare una sorta di comune in posti sperduti, per creare un mondo autosufficiente, dalla legna per scaldarsi all’uso dell’acqua dalle sorgenti». In due parole l’addio al mondo moderno. I problemi peró, come segnala il titolare, erano due. Primo: la mancanza di una logica «tra progetto e azioni, a fronte di budget ridotti». In sostanza nessuno voleva vendere la casa di proprietà «in modo da aver un posto dove tornare se il progetto fosse fallito», per cui il budget era di appena 20-30mila euro a famiglia, per dieci nuclei al massimo. Cifre, quindi, non sufficienti ad avviare un sogno sebbene esistano soluzioni interessanti per chi fa sul serio. Secondo scoglio? «Questi gruppi nascevano online, calamitando persone che non si conoscevano fra loro ma volevano trasferirsi nel verde. Unico collante, del tutto aleatorio, - come fa presente Fumelli - era la volontà di non vaccinarsi». Troppo poco, nota, per abitare assieme. Ora la svolta: a bussare all’immobiliare sono amici che si conoscono da decenni. Persone sui 40 anni che vorrebbero creare una sorta di ecovillaggio «che assicuri autosufficienza per gli aspetti alimentari, energetici e professionali tramite coltivazioni bio». Da qui l’idea successiva, quella di aprire asili e scuole parentali piuttosto che agri-asili, ossia istituti allestiti in agriturismi abilitati a livello giuridico «dove i bambini fanno attività inerenti alla natura».

Hotel cercasi

Dall’Immobiliare Drudi conoscono la tendenza e segnalano un paio di albergatrici in cerca «di un hotel, in buone condizioni, da una trentina di camere per poi affidare ogni stanza a amici che desiderano invecchiare insieme, anziché finire all’ospizio». Persone, beninteso autosufficienti e disposte a dividere spazi comuni come la cucina. Un’opzione, quella dell’albergo, che a suo dire offre più servizi «rispetto alla soluzione della casa colonica isolata, ma anche spazi omogenei che consentano un investimento a beneficio dei propri eredi».

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