Coltellate e morte a Verucchio. L’avvocato del carabiniere: «E’ sereno. Nei video si vede il suo intervento dopo ben quattro tentati omicidi»

Rimini

«Il comandante della stazione dei carabinieri di Verucchio è sereno, ci sono dei video che possono ben mostrare come sono andate le cose. Il comandante Luciano Masini non ha ricevuto alcun provvedimento disciplinare né atto formale dalla Procura o dall’autorità militare». Lo ha sottolineato l’avvocato Tommaso Borghesi che difende il comandate Masini indagato per eccesso colposo di difesa. «Non è mai stato interrogato ufficialmente lo sarà nel caso in cui la Procura dovesse necessitare chiarimenti da parte sua». «è sereno - ha ribadito l’avvocato - è consapevole di aver svolto il proprio lavoro e di aver difeso la comunità da un soggetto pericoloso che aveva già aggredito sei persone e ferito quattro». Nel computo delle potenziali vittime dell’egiziano infatti vi sono oltre ai quattro feriti, due 18enni e la coppia di turisti romani, anche una ragazza che non è stata colpita ma solo minacciata e un uomo che era in fila al distributore delle sigarette dove è stato ferito il primo giovane. Per la Procura della Repubblica i colpi sferrati da Sitta erano stati tutti potenzialmente fatali e quindi il reato ravvisato commesso dal 23enne ucciso dal carabiniere è quello di tentato omicidio. Quindi Sitta aveva appena compiuto 4 tentati omicidi quando è stato fermato dal carabiniere che ha esploso 12 colpi, pare che circa 5 siano andati a segno contro il ragazzo e gli altri a terra. Ma cos’è l’eccesso colposo di legittima difesa? Si parla di eccesso colposo di legittima difesa quando si ha una reazione di difesa esagerata, non c’è volontà di commettere un reato, ma viene meno il requisito della proporzionalità tra difesa e offesa configurandosi una valutazione colposa sbagliata della reazione difensiva. La legge dal 2019 è diventata più morbida in fatto di legittima difesa ma quello di Villa Verucchio ha ancora dei lati da chiarire perché - giuridicamente parlando - l’azione criminosa compiuta dall’egiziano era terminata e risalente nel tempo, nel senso che nel momento in cui è stato ucciso non era un pericolo per le persone se non per lo stesso carabiniere che lo fronteggiava. Insomma altra cosa sarebbe stata se il comandante gli avesse sparato mentre Sitta tentata di accoltellare qualcuno.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui