Cia Romagna: «Con l’ordinanza sul caldo rischio di perdere raccolti e c’è chi pensa di chiedere i danni»

RIMINI. Dal 2 luglio è entrata in vigore l’ordinanza regionale che impone lo stop al lavoro in agricoltura, nel florovivaismo, nei cantieri edili e affini, e nei piazzali della logistica dalle ore 12.30 alle ore 16 nei giorni e nelle aree in cui le mappe nazionali online del rischio segnalano un livello ‘alto’ di caldo estremo o anomalo. Cia Romagna però mette in discussione alcuni contenuti. «Salute e sicurezza dei lavoratori sono questioni centrali, e non sono queste in discussione - afferma Danilo Misirocchi, presidente di Cia Romagna – Infatti, esistono già strumenti efficaci allo scopo, come i protocolli nazionali di recente emanazione abbinati alle buone pratiche già applicate dalle aziende agricole nei rispettivi siti ed elencate nei Documenti di Valutazione dei Rischi, obbligatori, e riguardano anche la gestione del caldo, le pause, il rinfrescamento».
«Il settore agricolo», dice una nota di Cia Romagna, «necessita di strumenti efficaci, flessibili e compatibili con la natura stagionale e climatica delle attività produttive».
«Alcune colture possono essere raccolte solo col caldo - spiega Misirocchi - Le sementiere, ad esempio: non si possono lavorare né al mattino con la rugiada, né alla sera con l’aria che si fa umida».
«Dopo tutte le calamità affrontate dall’agricoltura e i danni alle coltivazioni», dice Cia Romagna, «quest’anno il rischio per molti agricoltori è di perdere una parte di raccolti per la sospensione del lavoro in piena campagna, con effetti irreversibili e gravi ripercussioni economiche. Fra gli agricoltori c’è chi sta pensando di agire per chiedere i danni. Inoltre, diversi associati riferiscono che gli stessi dipendenti agricoli non condividono l’imposizione di questa pausa in quanto non sono disposti a fare due volte il viaggio per raggiungere il posto di lavoro o aspettare tre ore e mezza per poter riprendere l’attività».
Lo scorso 18 giugno, durante l’incontro con l’assessore regionale al Lavoro Giovanni Paglia, Cia Emilia-Romagna ha presentato un pacchetto di proposte alternative «tra cui l’avvio di un protocollo regionale condiviso con parti sociali, istituzioni e tecnici della sicurezza; la promozione di modelli organizzativi flessibili, come l’anticipo dell’orario o turnazioni; incentivi e supporti per dotazioni tecniche e protezione dei lavoratori; formazione e campagne informative multilingua; l’attivazione di meccanismi di sostegno al reddito, ad oggi assenti per molti lavoratori stagionali (Otd)».
«Serve un approccio condiviso capace di responsabilizzare imprese e lavoratori – afferma Stefano Francia, presidente Cia regionale – rispettando le specificità produttive». Per questo Cia Emilia-Romagna rinnova la disponibilità a collaborare con le istituzioni, chiedendo che si apra formalmente un tavolo di confronto per definire regole più efficaci, eque e condivise. «Salute e produttività non sono in contrapposizione – conclude Francia - ma devono procedere insieme, con buon senso e rispetto reciproco».