Cgil e Uil: “Ennesimo taglio alla sanità, sospendere subito la riorganizzazione del 118 in Romagna”. La replica: “Falso parlare di tagli”
- 08 maggio 2025

“Sospensione immediata della riorganizzazione del servizio 118 in Romagna”. Lo richiede a gran voce la Cgil. “A seguito dell’informativa ricevuta da Ausl Romagna, esprimiamo forte preoccupazione per l’imminente riorganizzazione del servizio 118 che coinvolge quattro ambulanze operative nei territori di Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna. Quella che viene presentata come una riorganizzazione non è altro che l’ennesimo taglio alla sanità pubblica, con conseguenze dirette sulla qualità e tempestività del servizio di emergenza-urgenza a danno della cittadinanza e degli operatori tecnici coinvolti”.
“Nei giorni scorsi - prosegue la nota - avevamo formalmente richiesto un incontro all’Azienda Ausl Romagna per aprire un dialogo costruttivo e responsabile. La risposta ricevuta – la decisione unilaterale di procedere senza alcun confronto – è inaccettabile e rappresenta una grave mancanza di rispetto verso i lavoratori e le loro rappresentanze. La sostituzione degli infermieri con operatori tecnici autisti solleva ulteriori e gravi criticità. In questo nuovo assetto, infatti, gli autisti si troverebbero ad affrontare responsabilità che esulano dal loro attuale inquadramento contrattuale e professionale, esponendoli a rischi operativi, legali e organizzativi che non possono essere ignorati né sottovalutati. Pertanto, chiediamo l’immediata sospensione dell’avvio della riorganizzazione annunciata, affinché si apra un tavolo di confronto con tutte le parti sociali interessate, volto a tutelare sia i livelli occupazionali sia la qualità del servizio offerto alla cittadinanza. Ribadiamo la nostra ferma contrarietà a ogni operazione che riduca le risorse umane e strumentali nel sistema dell’emergenza-urgenza, in una fase storica in cui, al contrario, sarebbe necessario rafforzarlo”.
La Uil: “Una deriva privatistica”
Inizialmente era stata la Uil a sollevare il tema: “In una nota del 7 maggio, l’Ufficio Relazioni Sindacali della AUSL della Romagna ha comunicato che dal prossimo primo giugno a Cesena, Forlì Ravenna e Rimini verranno soppresse 4 ambulanze con personale della AUSL della Romagna a e gestione infermieristica per essere sostituite da un numero equivalente di mezzi con soccorritore, gestiti da Associazioni ed Enti del privato.
Dopo la riorganizzazione delle Automediche, che ha portato alla riduzione del loro numero nei territori della Romagna, e dopo la nascita dei CAU che, in talune realtà territoriali hanno visto la chiusura di Punti di Primo Intervento strategici tanto più nel periodo estivo, la Direzione Aziendale compie un passo chiaro e netto che può essere interpretato nella direzione di una privatizzazione di pezzi della Sanità Pubblica.
Come spesso accade al danno si aggiunge la beffa. Tutta l’operazione avviene proprio in periodo estivo, ovvero nel momento in cui solitamente è necessario un rafforzamento delle forze in campo per far fronte ai bisogni di territori, quali quelli romagnoli, di supportare il massiccio afflusso di turisti. Da ultimo il tutto viene definito come provvisorio, la classica metodologia con la quale la AUSL da sempre supporta riorganizzazioni peggiorative con la scusa della temporaneità per poi renderle strutturali e definitive. In soldoni la classica strategia della rana bollita.
Come UIL per primi e da soli intraprendemmo una battaglia per il mantenimento della sanità pubblica. Una battaglia oggi diventata collettiva e Nazionale. Non intendiamo pertanto accettare questa deriva privatistica, che fa il paio con i dati sicuramente non rassicuranti del Bilancio Aziendale, che passo dopo passo e sfogliando la margherita sta portando una delle aziende più rilevanti sul piano nazionale alla privatizzazione di alcune gestioni e all’indebolimento di servizi che non possono in alcun modo diventare riserva di privati e business. Sin dalla prossima CTSS chiederemo pertanto urgenti chiarimenti su quanto comunicato dalla AUSL opponendoci a decisioni che non valorizzano e non qualificano la nostra Sanità Pubblica”.
La replica dell’Ausl: “Parlare di tagli è falso”
L’Ausl ha replicato in una nota: “Il sistema di soccorso preospedaliero AUSL della Romagna, in particolare, presenta da sempre una percentuale di proprio personale dipendente di gran lunga superiore a quello delle altre realtà regionali ed un numero di mezzi di soccorso a leadership infermieristica che fino ad oggi ha rappresentato la totalità delle ambulanze sul territorio.
A fronte della grave e nota carenza di personale infermieristico, attuale ed ancora di più futura, in vista del consueto potenziamento estivo che l’Azienda garantisce ogni anno, nell’impossibilità di poter reperire personale dipendente - e non certo per volontà di questa Azienda - si pone la necessità di trasformare, in via temporanea, 4 ambulanze a leadership infermieristica su 54 presenti nel periodo estivo in 4 mezzi di base con soccorritore in convenzione con soggetti accreditati dalla Regione. Non vi è alcun taglio ai mezzi ma l’esigenza di mantenere l’alto livello del sistema emergenza territoriale, alla luce dell’analisi dei servizi di ambulanza sul territorio dove si evidenzia che in oltre il 50% dei casi non è necessario un intervento assistenziale sanitario ma viene richiesto un trasporto del paziente al pronto soccorso per condizioni che non hanno immediate necessità di trattamenti salvavita.
Parlare di tagli è falso; nessun taglio sul numero di mezzi sul territorio ma la necessità di impiegare il personale infermieristico, così come i mezzi medicalizzati, nei casi che richiedano un reale supporto delle funzioni vitali del paziente. E laddove sia necessario un trasporto, l’invio del mezzo con un soccorritore accreditato che consente di garantire l’appropriatezza della risposta.
Si ricorda che in tutta la Regione sono presenti mezzi di soccorso di base con soccorritore che assicurano un qualificato livello di operatività e che sono affidati in regime convenzionale ad associazioni di volontariato ed altri enti, secondo i criteri di accreditamento regionali. Ancora più pretestuoso e fuorviante è affermare che già oggi ci sono difficoltà a rispondere alle esigenze del territorio: le emergenze ad alta priorità hanno tempi di soccorso di gran lunga migliori di quanto previsti dagli standard ministeriali. Non si possono fare affermazioni non documentate in alcun modo da dati oggettivi che denigrano uno dei servizi più efficaci ed efficienti in Italia. E’ auspicabile che i termini del confronto siano basati su criteri oggettivi e non siano posti su un piano di mistificazione della realtà per una ricerca di visibilità, dimenticando il contesto critico in cui ci troviamo”.