Caro gasolio, pescherecci romagnoli pronti a tornare in mare lunedì

Rimini

Dopo due settimane di blocco della pesca professionale per protestare contro il caro gasolio, decisione più o meno volontaria e condivisa e accompagnata da intimidazioni da fuori ai pescatori e armatori dissenzienti, è nelll'aria il ritorno in mare da lunedì 6 giugno. Ad avere maturato questa intenzione sono le marinerie dell’Emilia-Romagna, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, forse con l’aggiunta di alcuni pescherecci marchigiani da San Benedetto in su. In Liguria, Sicilia, Sardegna e in altre zone del Tirreno non si era invece mai smesso di andare a calare le reti. A incoraggiare la normalizzazione ci sono le concretizzazioni in vista delle promesse fatte dal Ministero, a cominciare dall’estensione del credito d’imposta anche per il secondo trimestre, sollecitata in prima istanza dalla cooperativa “Casa del pescatore” di Cesenatico. La misura sarà inserita, con un emendamento dello stesso Governo, nel decreto legge “Energia e aiuti alle imprese”, che ha stanziato 14 miliardi di euro. Intanto, è stata importante anche la presa di posizione del presidente della Regione, Stefano Bonaccini a salvaguardia delle marinerie emiliane-romagnole e contro le minacce. La situazione resta comunque tesa. L’altro ieri, gli armatori del centro-sud concentratisi a Roma, senza l’appoggio delle associazione di rappresentanza, non hanno trovato udienza da parte dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Ad attenderli c’era solo un forte presidio delle forze dell’ordine. Le cose sono invece andate meglio al tavolo di lavoro ministeriale convocato dal sottosegretario Francesco Battistoni su richiesta delle organizzazione del settore. In una nota unitaria di Federpesca, Alleanza delle Cooperative italiane e Coldiretti Impresa pesca è stato chiarito che i provvedimenti annunciati per calmierare gli effetti del caro gasolio vanno nella direzione auspicata. «È stato firmato il decreto direttoriale che permetterà concretamente alle imprese di presentare le domande per ottenere il contributo del fondo filiere da 20 milioni di euro», fanno sapere i rappresentanti dei pescatori. Nel frattempo, l’Agenzia delle entrate ha rilasciato i codici per la compensazione del credito d’imposta per il primo trimestre 2022 ed è stato confermato l’impegno del Governo a prorogare questo strumento anche per il periodo aprile-giugno, nel contesto della discussione parlamentare delle prossime settimane. Inoltre - spiegano ancora le organizzazioni di pesca - «si procederà a utilizzare le risorse Feampa per compensare i maggiori costi sostenuti dalle imprese in questi mesi e si valuterà di concedere un fermo facoltativo per le giornate di sospensione dell’attività». Le associazioni sono infine soddisfatte per il percorso intrapreso chiedendo di sollecitare il tavolo con il Ministero del Lavoro per attivare la cassa integrazione per il comparto pesca, che rappresenterebbe in questo momento uno strumento fondamentale di sostegno per imprese e lavoratori. Il tavolo di crisi resta aperto e verrà riconvocato entro 15 giorni per andare avanti nel dialogo avviato «per garantire la sostenibilità delle imprese e l’approvvigionamento di prodotti ittici per le famiglie italiane».

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