Caos concessioni, il presidente di Mare Libero a Bruxelles: “Monitoraggio spiaggia, una farsa”

Il rinnovo delle concessioni demaniali approda al Parlamento Europeo. Il 24 ottobre il presidente del Coordinamento nazionale mare libero, Roberto Biagini sarà a Bruxelles a illustrare alla commissione parlamentare la petizione avente ad oggetto, si legge in una nota, il «quadro desolante dell’anomalia italiana in tema di demanio marittimo, tutela zone costiera, libero accesso alle spiagge, reiterate proroghe delle concessioni demaniali marittime a scopo turistico ricreativo e la negazione dei principi eurounitari di libertà di stabilimento, libera concorrenza e pari opportunità di accesso nell’utilizzo di beni pubblici». La presentazione vedrà al fianco del presidente Biagini, il consigliere del direttivo, Danilo Ruggiero.

“Andiamo in Europa”
Prosegue quindi l’interlocuzione del Coordinamento, con le istituzioni europee iniziata lo scorso marzo - spiega il comunicato - con l’audizione del Direttivo alla Commissione Europea (Direzione generale del mercato interno, dell’industria, dell’imprenditoria e delle Pmi) «affinché abbiano cognizione che ci sono molti cittadini italiani che si battono per la tutela dei beni pubblici e delle libertà fondanti l’Unione Europa e che il dibattito su una materia molto delicata che investe non solo il comparto turistico italiano ma anche gli equilibri delle zone costiere, il libero utilizzo del demanio marittimo, l’accesso al mare che ogni comune costiero deve garantire, non può e non deve essere una “privativa” esclusiva di chi gode da anni, in regime di monopolio assoluto, di un indubbio vantaggio utilizzando un bene pubblico a scapito delle elementari regole concorrenziali e di un uso distorto della spiaggia italiana, bene di tutti, che ha, e non può essere altrimenti, un solo “padrone”, la collettività generalizzata dei cittadini».
“Quello che non va”
L’audizione, conclude la nota, sarà anche l’occasione per evidenziare al Parlamento europeo la «“farsa del monitoraggio” governativo sulla presunta disponibilità (non scarsità) delle spiagge italiane in funzione anti-Bolkestein, preparato di concerto con le associazioni dei balneari e quindi non credibile visto il loro palese interesse a mantenere lo status quo».
Sul perché sia necessario rivolgersi a Bruxelles, Biagini snocciola un lungo elenco di ragioni giuridiche: «Procedure di infrazione, sentenza della Corte di Giustizia, Bolkestein, Trattato. Fortunatamente è l’Europa che ha dettato la linea alla giustizia italiana visto che la politica ha volutamente deciso di lavarsene le mani e tutelare i monopoli. È con l’Europa che è necessario dialogare in modo che anche la voce dei singoli utenti della spiaggia venga ascoltata».
Come viene vista la situazione italiana? «Come è stata fotografata nella lettera di messa in mora del dicembre 2020. Non in linea con il diritto eurounitario».