Avvelenò il compagno col topicida, 79enne di Rimini verso il processo

Rimini

RIMINI. Il pubblico ministero Luca Bertuzzi ha chiesto il giudizio immediato nei confronti della donna riminese di 79 anni accusata di tentato omicidio per avere somministrato del topicida al compagno 83enne, già afflitto da una malattia degenerativa, rischiando di ucciderlo. Il magistrato, convinto dell’evidenza della prova, intende così “saltare” l’udienza preliminare e portare direttamente l’imputata al dibattimento. È probabile adesso che l’avvocato difensore Milena Montemaggi si faccia avanti per chiedere riti alternativi (abbreviato o patteggiamento) così da chiudere al più presto la partita con la giustizia, garantendosi, in caso di condanna, lo “sconto” di un terzo. La signora, che ha confessato il misfatto adducendo ragioni economiche, nel frattempo deve continuare a restare alla larga dalla casa di riposo dove si trova l’ex convivente. Il provvedimento del giudice parla di almeno un chilometro di distanza. Il provvedimento era stato sollecitato dall’avvocato Catia Gerboni nella veste di amministratrice di sostegno della parte offesa. La signora, messa alle strette dai carabinieri della squadra di polizia giudiziaria della procura, ha da tempo ammesso di aver tentato di uccidere l’uomo con il quale aveva convissuto per più di trenta anni per motivi di lucro. Le spese per l’assistenza dell’uomo malato rischiavano infatti di assottigliare il patrimonio che lei sperava di dirottare ai suoi figli, frutto di precedenti relazioni. Rischia di non ereditare più niente se le faranno una causa di “indegnità”. Una morte rapida avrebbe invece risolto, a suo dire, ogni problema economico familiare. Il ricovero dell’uomo per l’avvelenamento, e i sospetti dei familiari di lui, hanno mandato all’aria il piano omicida del quale, adesso, lei si dice pentita. «Lo avvelenavo a piccole dosi, perché non soffrisse».

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