Aggredì inviato delle Iene, 67enne condannato
«Non vi permettete più di vendere il cocco, mai, sennò sai che vi combino … la testa va via, avete capito bene? Sono 40 anni che qua non riesce nessuno a vendere il cocco, ve ne dovete andare, se vi trovo un’altra volta qua sopra, ma sai che vi combino … vi taglio la gola … te la taglio, tu hai capito bene? Il cocco qua non si può vendere qua sopra, nessuno …». Sono le frasi pronunciate secondo la Corte d’Appello di Bologna da Angelo Gagliotti, napoletano classe 1955 ma con domicilio da sempre nell’entroterra riminese che gli sono valse la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione. I giudici di secondo grado, riformando totalmente la sentenza di primo grado che lo aveva visto assolto, lo hanno riconosciuto colpevole dei reati di furto con strappo, rapina ed estorsione (questi ultimi due in concorso con persone mai identificate) nei confronti di Filippo Roma e dell’operatore Mediaset Fabrizio Aironi. I due inviati de Le Iene il 5 agosto del 2011 erano sbarcati sulla spiaggia di Rimini per smascherare il racket dei venditori di cocco, un racket disarticolato alcuni anni dopo dalla inchieste della Procura riminese e di quella di Forlì. Il processo di primo grado si era concluso nel 2017 con l’assoluzione. Determinante per l’imputato la decisione del Tribunale che non aveva ritenuto necessario un esame antoprometrico sulla foto del suo documento d’identità e le riprese video, nonostante le due vittime non fossero state in grado di riconoscere con certezza Gagliotti come il loro aggressore. Esame invece che è stato richiesto dai giudici di secondo grado a seguito dell’impugnazione dell’assoluzione da parte della Procura di Rimini. Perizia che si è rivelata determinante nel secondo processo. L’esperto nominato dalla Corte d’Appello ha messo a confronto il volto della persona inquadrata dalle telecamere di Mediaset e la foto e lo ha riconosciuto senza ombra di dubbio come l’autore dell’aggressione. L’avvocato Giuliano Renzi, difensore di fiducia di Gagliotti, ha già annunciato che ricorrerà in Cassazione.