Rimini. "Volevo vedere il mare": sanzionato

Rimini

La stretta sugli spostamenti ingiustificati non sarà allentata nei prossimi giorni. Anzi. Allo studio c’è un piano anti-evasioni pasquali che porterà a un ulteriore innalzamento del livello dei controlli. Il prefetto Alessandra Camporota, il questore Francesco De Cicco e il comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe Sportelli, concordano nella necessità di essere rigorosi. La gente dovrà davvero avere un buona ragione per varcare la soglia della propria abitazione nei prossimi giorni.
Lo spiegamento di forze predisposto è degno delle festività di una volta, quelle all’insegna del pienone, e nel vuoto attuale risulterà difficile passare inosservati a quanti cercheranno di passeggiare lontano da casa, ma anche a chi programma di trasferirsi a pranzo da un parente o addirittura fare capolino all’interno di una chiesa. Senza parlare delle gite fuori porta o delle seconde case con vista mare. «Volevo vedere il mare» ha detto agli agenti delle Volanti sorpreso sull’arenile e il richiamo della spiaggia è stato fatale anche per altre tre persone (tra cui una riminese di 27 anni che faceva «attività motoria» sulla riva senza sapere che la zona è “off-limits”).
La settimana decisiva è sempre quella che verrà, ma mai come adesso l’affermazione degli esperti appare credibile: in ogni caso sarebbe un errore imperdonabile allentare l’attenzione. «Purtroppo - spiegano gli addetti ai lavori - basta poco per vanificare i sacrifici, specie ora ora che i segnali sono incoraggianti».
Carabinieri e poliziotti, ora che la curva dei reati da fronteggiare tende allo zero, sono impegnati in questo nuovo compito: prevenire le violazioni agli spostamenti con la presenza delle pattuglie, pattugliare le zone più a rischio assembramenti, dissuadere e quando è inevitabile sanzionare gli irresponsabili. A coadiuvarli, per espressa determinazione del governo, ci sono anche gli agenti delle polizie locali. A Rimini, in particolare, come già anticipato dal Corriere, è al lavoro una task force che ha il compito di vagliare, a ritroso, la veridicità delle autocertificazioni esibite dai cittadini. Dall’incrocio delle banche dati di Ausl, enti pubblici e datori di lavoro, sono già emerse trenta violazioni. Chi pensava di averla fatta franca, utilizzando il modulo come semplice lasciapassare, si ritroverà a dovere pagare la sanzione prevista e a volte anche a beccarsi una denuncia penale.
È il caso di due riminesi che, tornati dall’estero, non hanno provveduto a mettersi in quarantena, omettendo la circostanza al distretto sanitario. Nella prima giornata di lavoro la task force ha analizzato 1050 delle oltre 3500 autocertificazioni da valutare. Pagheranno quelli che hanno dichiarato di uscire per fare la spesa, ma si trovavano molto lontano da casa, addirittura fuori dal proprio comune o che hanno detto di lavorare e invece con era vero. La notte scorsa, infine, è stata la polizia di Stato a sanzionare una riminese di 58 anni residente a Bellaria: «Ero andata al pronto soccorso, ma c’era troppa fila». Una scusa che non ha retto.

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