Rimini, violentò minorenne: condannato a 4 anni

Il codice penale per questo tipo di reato, violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima e dal fatto di averla fatta ubriacare volontariamente, prevedeva una condanna che va da un minimo di 6 ad un massimo di 12 anni. Il pubblico ministero Davide Ercolani, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto una pena di 8 anni e sei mesi. Il tribunale collegiale, presidente Sonia Pasini, ha ritenuto che per l’operaio 23enne di nazionalità albanese appartatosi con la vittima all’epoca 16enne nel bagno di una nota discoteca dell’entroterra dove aveva abusato di lei completamente incosciente per i fumi dell’alcol, la condanna da applicare non dovesse superare i 4 anni. Fissata anche la provvisionale: 10mila euro per lei e 4.500 a testa per i genitori e il fratello. Vittima e famigliari si sono costituiti parte civile con gli avvocati Piergiorgio Tiraferri e Carlotta Angelini.
La vicenda fece molto scalpore all’epoca perchè ad inchiodare inequivocabilmente il ragazzo, difeso di fiducia dall’avvocato Umberto De Gregorio, alle proprie responsabilità, è stato il video girato con lo smartphone da una amica della vittima poi postato su WhatsApp. Immagini dove si vede chiaramente il giovane che consuma un atto sessuale con la studentessa che non dava alcun segno di vita, seduta sulla tazza del bagno dove si erano rifugiati. Secondo l’albanese su esplicita richiesta della 16enne da un po’ di tempo entrata nel suo radar e con cui aveva già avuto effusioni molto calde sui divanetti. La legge però è chiara: anche fosse stata “consenziente” non poteva avere rapporti sessuali perchè lei minorenne.
Una sentenza di cui l’avvocato Umberto De Gregorio, si dice «abbastanza soddisfatto. Era un processo molto delicato. È stata accolta la nostra richiesta di far cadere l’aggravante e di accogliere tutte le attenuanti generiche. Adesso aspetteremo le motivazioni della sentenza e valuteremo se presentare ricorso in Appello».
Quel che è certo è che al giovane, anche se si tratta solo del primo grado di giudizio, verrà revocato il permesso di soggiorno. E questa non è la peggiore delle notizie. Se la condanna sarà confermata con il passaggio in giudicato, per lui si apriranno le porte del carcere. La legge italiana, infatti, non prevede modi alternativi di scontare la pena per questo tipo di reato.

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