Insulti, minacce, atti di vandalismo e un pugno in pieno viso. È il repertorio costato all’ultimo “gentiluomo” un’ordinanza cautelare che gli vieta di avvicinarsi e di avere qualsiasi contatto con la sua vittima con cui aveva iniziato ad avere un rapporto amicale da vicini di casa all’epoca del Covid, nella città di Rimini. A chiedere al Gip Lucio Ardigò il provvedimento, il pubblico ministero Luca Bertuzzi: entrambi hanno ritenuto fondate e circostanziate le accuse mosse dalla donna oggetto di una escalation di violenze verbali (e non) a partire dallo scorso maggio quando l’indagato, difeso di fiducia dall’avvocato Giuliano Renzi, ha iniziato a ricoprirla di insulti e minacce, anche di morte. Il 10 luglio, invece, aveva fatto seguire agli epiteti il danneggiamento dello scooter parcheggiato davanti casa. Due giorni dopo, invece, dopo gli insulti e le minacce di morte, “io ti accoltello”, l’ha colpita in pieno viso con una testata provocandole lesioni giudicate guaribili in 15 giorni dal pronto soccorso dell’Infermi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso il 22 agosto, quando lo stalker le ha mandato in frantumi il parabrezza della macchina parcheggiata sotto casa. Appartamento da cui il 56enne accusato di atti persecutori, lesioni personali e danneggiamento aggravato, visto la rottura della loro amicizia, pretende che lei se ne vada.

Rimini, vicino da incubo: insulti, minacce di morte e botte, vittima in ospedale
