Rimini, via al Meeting. Papa Francesco: "La persona è il punto da cui ripartire"

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Oggi parte l'edizione numero 42 del Meeting di Rimini, introdotta dal messaggio di saluto di Papa Francesco. «Il Santo Padre si rallegra che il Meeting torni a svolgersi “in presenza”». Sono le prime parole del tradizionale messaggio dedicato al Meeting che il segretario di stato del Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha inviato al Vescovo di Rimini, Francesco Lambiasi, a nome di Papa Francesco. Quindi il titolo scelto: “Il coraggio di dire io”, tratto dal Diario del filosofo danese Soren Kierkegaard. «È quanto mai significativo - si legge nel messaggio del Pontefice - nel momento in cui si tratta di ripartire con il piede giusto, per non sprecare l’occasione data dalla crisi della pandemia. “Ripartenza” è la parola d’ordine. Ma essa non si realizza automaticamente, perché in ogni iniziativa umana è implicata la libertà. In questo senso, il coraggio di rischiare è innanzitutto un atto della libertà». Durante il primo lockdown, ha ricordato il cardinale Parolin, Papa Francesco ha «richiamato tutti all’esercizio di questa libertà: peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla». Nello specifico. «Mentre ha imposto il distanziamento fisico, la pandemia ha rimesso al centro la persona, l’io di ciascuno, provocando in molti casi un risveglio delle domande fondamentali sul significato dell’esistenza e sull’utilità del vivere che da troppo tempo erano sopite o peggio censurate. E ha suscitato anche il senso di responsabilità personale. Tanti lo hanno testimoniato in diverse situazioni. Davanti alla malattia e al dolore, di fronte all’emergere di un bisogno, molte persone non si sono tirate indietro e hanno detto: “Eccomi”». Il passaggio successivo alla «necessità vitale di persone responsabili». infatti. «Senza persona non c’è società, ma aggregazione casuale di esseri che non sanno perché sono insieme. Come unico collante rimarrebbe solo l’egoismo del calcolo e dell’interesse particolare che rende indifferenti a tutto e a tutti». Il Santo Padre, spiega ancora il segretario di stato, «non si stanca di mettere in guardia coloro che hanno responsabilità pubbliche dalla tentazione di usare la persona e scartarla quando non serve più, invece di servirla». Dopo «quello che abbiamo vissuto in questo tempo, forse è più evidente a tutti che proprio la persona è il punto da cui tutto può ripartire». Certamente «c’è la necessità di reperire risorse e mezzi per rimettere in moto la società, ma c’è bisogno innanzitutto di qualcuno che abbia il coraggio di dire “io” con responsabilità e non con egoismo».

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