Da Rimini a Venezia sulla catamarano di plastica, partiti i velisti "eco"

Rimini

RIMINI. Non passerà alla storia come il varo più spettacolare del mondo. Il motore fuoribordo ha fatto le bizze e per riuscire a prendere vento, il catamarano “riempito” di plastica è stato tirato dal gommone della Protezione civile. Poco male. Da ieri mattina Matteo e Piero Munaretto e Stefano Rossini viaggiano verso Venezia. A bordo hanno caricato una missione: ricordare che il mare è pieno di rifiuti, al bando la plastica.

L’impresa
L'imbarcazione è lunga sei metri, batte bandiera “Mal di Plastica”, è stata costruita grazie a migliaia di bottiglie donate dai bambini delle scuole riminesi, che in cambio hanno ricevuto contenitori di alluminio. Un progetto nato un anno fa e che nei sei mesi di lavoro ha avuto molti protagonisti e aiutanti. I tre marinai contano di arrivare a Venezia (Isola San Giorgio) sabato mattina. Navigano con calma a pochi metri dalla riva, un po’ per sicurezza, un po’ per essere visibili e amplificare il messaggio ambientalista. «Ci piacerebbe se a turno i bagnanti ci seguissero - raccontano - creando una sorta di carovana del mare, per riflettere». Non sono previsti scali, ma una navigazione continua giorno e notte. Oltre a vele e fuoribordo, in dotazione c’è un efficiente propulsore a pedali. Periodicamente è previsto un “diario di bordo” sull’omonima pagina Facebook. Dopo Venezia, il catamarano torna a Rimini in camion e fino a settembre resta ancorato alla Darsena, per chi lo vuole visitare.

I tre marinai
Prima di prendere il largo, ieri mattina alla Darsena di Rimini, l’assessora all’ambiente Anna Montini e il collega Mattia Morolli, hanno portato il saluto del Comune. In particolare Morolli svela di essere andato a scuola con uno dei tre (Matteo) e ricordato che dal prossimo anno le scuole riminesi non useranno piatti, posate e bicchieri di plastica.
Infine i protagonisti. Matteo Munaretto ha dato il giusto merito agli studenti. «Le loro bottiglie sono quelle che ci fanno galleggiare, tutti hanno scritto frasi che porteremo in navigazione con noi. La nostra battaglia è contro la plastica usa e getta, impariamo a bere l’acqua del rubinetto».
Stefano Rossini si è definito il più improbabile dei tre. «Loro sono lupi di mare, io mi sono già messo un tubetto di crema a protezione trenta per non scottarmi. Vogliamo parlare di ambiente in modo gioioso».
Piero Munaretto ha rivelato che la spedizione ha rischiato di essere bloccata subito subito, sull’onda della collisione della nave da crociera. «Da Venezia hanno chiamato per chiedere: quanto è lunga la vostra barca? Quando abbiamo detto sei metri, li abbiamo tranquillizzati».
Fanno parte del gioco, le decine e decine di biglietti firmati dagli studenti e consegnati durante la costruzione del catamarano. «Ma vi portate il rum come i pirati?». Oppure. «Ma se vi mangiano gli squali?». Per non parlare dell’attualissimo: «Se incontrate i migranti, li salvate?». Un cartoncino ha posto un quesito magari ovvio, ma meglio stare sul sicuro: «Avete chiuso i tappi delle bottiglie?». Un interrogativo che alla luce anche del varo a motore spento, a un ragazzino ha suggerito l’ultima preoccupazione: «Ma i vostri genitori, lo sanno?».

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