Rimini. Vaccino Covid, ecco il piano di Ausl Romagna

Rimini

Il vaccino contro il coronavirus sta per diventare realtà. Tra meno di un paio di mesi, a fine gennaio, a un anno esatto di distanza da quando incominciarono a circolare le prime spaventose notizie su una nuova epidemia scoppiata a Wuhan, in Emilia Romagna arriveranno le prime 340mila dosi di vaccino. Nello specifico, in Romagna ne “sbarcheranno” una quota pari al 25%, all’incirca 80mila dosi, destinate prioritariamente al personale sanitario e agli ospiti delle rsa. «Alle persone per cui il rischio epidemiologico è più alto, e per coloro che possono contribuire, con il loro lavoro, a tenere insieme la catena assistenziale e sanitaria», spiega il direttore generale di Ausl Romagna, Tiziano Carradori, riferendosi non solo al personale medico e ospedaliero, ma anche a tutti coloro che operano all’interno delle rsa. Il vaccino individuato è quello prodotto da Pfizer, e le attenzioni dei vertici dell’azienda sanitaria romagnola sono ora tutte incentrate sull'organizzazione logistica, indispensabile per la distribuzione e la somministrazione dell’”antidoto”. 

Richiedendo temperature molto basse per la sua corretta conservazione, nel caso del vaccino Pfizer, meno 80 gradi, Ausl Romagna si è attrezzata con quattro potenti frigoriferi. «Due saranno sistemati a Pievesestina - riferisce Carradori - uno è destinato al Ravennate, e uno al Riminese. Il primo arriverà la prossima settimana e gli altri entro il 20 dicembre». Prerogativa di un'efficiente operazione di somministrazione è quella dell’individuazione dei luoghi adeguati in cui riuscire a concentrare «tra le 600 e le mille persone», al fine di iniettare le dosi vaccinali in un arco temporale di cinque o sei ore al massimo. «Nell’ultima settimana i nostri sforzi si sono concentrati nell’elaborare la strategia di somministrazione, per riuscire a garantire efficacia al vaccino, e per evitare che si creino occasioni di contagio proprio nel luogo di vaccinazione». A monte della preoccupazione c’è infatti il grande numero di persone che saranno chiamate a presentarsi in uno stesso luogo contemporaneamente, e i tempi ristretti di somministrazione. «Allestiremo cinque o sei punti erogativi all’interno del territorio di Ausl Romagna - riferisce Carradori, - che dovranno essere scelti in base alla capacità di assicurare una presenza, un afflusso e un deflusso sicuri di una platea tra i 600 e 100 utenti,  e di un totale di operatori sanitari che, in linea, quindi simultaneamente, somministrino i vaccini, che varia da un minimo di 16 a un massimo di 25 persone». I vaccini, infatti, conservati dentro a borse refrigerate che contengono le scatole al cui interno sono conservate le fiale, per un totale di 976 dosi ognuna, devono essere iniettati entro massimo sei ore dall'apertura. «Le fiale, inoltre, - aggiunge Carradori- sono pluridose. Il vaccino, prima di essere utilizzato, deve essere infatti diluito, e poi somministrato in breve tempo, in modo che la sua composizione non venga alterata, diminuendone l'efficacia». Tra i luoghi più idonei, al momento, vengono indicati i padiglioni fieristici, «ma i dettagli, e l’organizzazione più nello specifico, - chiarisce Carradori- verrà messa a punto nel corso dei giorni che ci separano dall’arrivo delle dosi».

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