Rimini. Undicimila cappelletti in ricordo di Mila e per i bimbi malati

Rimini

RIMINI. Buon cibo, bella musica, tanta amicizia, ma soprattutto (si spera) tanta, tantissima solidarietà. Caratteristiche che riempivano la vita di Mila Figueredo Dos Santos, la 13enne riminese scomparsa il 26 novembre dello scorso anno a causa di una malattia che non le ha lasciato scampo. Chi ha avuto la fortuna di incontrarla e di camminare insieme a lei, ricorda perfettamente quanto Mila amasse mangiare, guarda caso il suo piatto preferito erano proprio i cappelletti. Ma amava anche la buona musica, del resto nelle sue vene scorreva sangue brasiliano. Per non parlare dell’amicizia e della solidarietà: ogni volta che qualcuno era triste o giù di morale, Mila correva in suo aiuto e riusciva sempre a strappargli una risata. Ecco perché domenica, da lassù in alto, guarderà sorridendo quello che accadrà in vicolo San Giovanni, nel cuore del Borgo San Giovanni, dove (dalle 17) andrà in scena la terza edizione di un “Cappelletto per… ” che quest’anno sarà dedicata proprio a lei.

Aiuti all’Arop
Come sempre a spalancare le porte di casa sarà Tommaso Della Motta che con Diego Urbinati ha dato vita a questo momento così particolare che ha come scopo quello di aiutare l’Arop, l’associazione riminese di oncoematologia pediatrica. «Tutto è nato da una mia polemica - racconta ridendo Della Motta - basata sul ripieno del cappelletto: di carne o di formaggio? Ho lanciato questa provocazione su Facebook e in pochissimo tempo il mio post è stato commentato da tantissime persone e così con Diego ci siamo chiesti perché non rendere questa polemica, utile. Abbiamo pensato di aprire casa e di far assaggiare i cappelletti chiedendo in cambio un’offerta. Trovare l’associazione è stato facile proprio perché Mila era scomparsa da poco tempo e quindi abbiamo pensato all’Arop. Diciamo che le due edizioni, quelle del cappelletto e del passatello, sono andate molto bene e ci hanno permesso di raccogliere circa 4mila euro. Quest’anno, però, vorremmo superarci».
11mila cappelletti
Per il momento, a due giorni dall’evento, i numeri sono davvero impressionanti: sono stati realizzati quasi 11mila cappelletti e 110 litri di brodo, utilizzando 35 chilogrammi di farina, 242 uova, 60 chilogrammi di formaggio e due bottiglie di vino. «In questi giorni tantissime persone hanno bussato alla mia porta per dare il proprio contributo. C’è chi ha donato della farina, chi il formaggio, chi il suo tempo per chiudere i cappelletti o per tirare la sfoglia. La solidarietà è stata davvero eccezionale. Voglio ringraziare l’Amministrazione comunale perché ci ha permesso di chiudere la strada e voglio dire un grande grazie a tutti quelli che ci hanno aiutato. Faccio anche un invito: non vergognatevi di entrare in casa mia. Anzi, ve lo chiedo per favore, venite! In questo momento storico dove la paura è tanta, credo che aprire le porte della propria casa assuma anche un valore sociale. E poi mica vorrete perdervi i dj che suoneranno nel mio bagno e nel mio letto?».
Come è accaduto già per le precedenti edizioni, tutte le offerte raccolte saranno tracciabili e devolute ad Arop. «Un grande grazie a Tommaso, Diego e Valentina, la mamma di Mila per averci scelto - sottolinea Roberto Romagnoli, presidente dell’associazione riminese -. Abbiamo bisogno che la gente ci conosca, che sappia cosa facciamo e per chi lo facciamo. In questi momenti terribili, quando hai un figlio che sta male sentire la vicinanza e la solidarietà di qualcuno è fondamentale per la famiglia».
Parla la primaria
La conferma arriva dalla dottoressa Roberta Pericoli, responsabile del reparto di Oncoematologia dell’Infermi, un vero e proprio fiore all’occhiello della sanità riminese e nazionale. «Arop, per noi, è un grandissimo appoggio e non finiremo mai di ringraziare tutti. Abbiamo bisogno di una sedia a rotelle? Lo diciamo a loro e il giorno dopo ci arriva la sedia. Permettetemi, però, di parlare di Mila. Mila per tutti noi è stata un dono. Un fiore bellissimo. Una ragazzina di una forza enorme. Quando era in ospedale dovevamo mandare via la gente perché il reparto veniva invaso dagli amici. Ecco, credo che questa sia la conferma che Mila la sua battaglia l’ha vinta. Ha riempito il cuore di tante persone d’amore».

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