Ci sono ancora persone che si presentano davanti all’hotel Gobbi, fiduciose di trovare la propria stanza per trascorrere le vacanze al mare. Coppie e famiglie intere che mandano giù il boccone amaro delle aspettative infrante, guardando sconsolate le saracinesche abbassate e le luci spente dell’hotel di Marebello. «Spesso capita agli stranieri – sottolinea Annamaria Barilari, albergatrice della zona e consigliera comunale -. Ieri due tedeschi e una famiglia di belgi sono rimasti fuori, purtroppo».
Da Bergamo a Rimini
Ma tra gli aspiranti vacanzieri (ignari della truffa e dei sigilli nonostante la risonanza nazionale della vicenda) ci sono anche persone per le quali la vacanza al mare non era solo una vacanza.
«L’altro giorno ho incontrato madre e figlio arrivati da Bergamo – racconta uno dei gestori degli hotel di via Siracusa – erano disperati. Lei era sulla carrozzina e il figlio aveva fatto di tutto per portarla a Rimini perché quella, mi ha raccontato mentre singhiozzava, sarebbe stata l’ultima volta in cui lei avrebbe potuto vedere il mare».
«“I medici le hanno dato al massimo un anno di vita”, mi ha detto. Il figlio, che mi sembrava non avesse più di 25 anni – continua ancora il lavoratore – era distrutto. Ha detto di aver faticato tantissimo per mettere da parte i mille euro per la vacanza, ha spiegato che erano i suoi risparmi, che non ne aveva altri per pagare un’altra vacanza». Vedendo i sigilli all’hotel Gobbi, infatti, figlio e madre in carrozzina sono dovuti risalire in macchia e tornare a Bergamo. «Mi chiedo – riflette il lavoratore di uno degli alberghi vicini – come facciano queste persone a guardarsi allo specchio, sapendo di essere i responsabili di una sofferenza simile».
«Non li conto più»
Quella del figlio e della madre malata terminale è solo una delle storie raccolte da chi presta servizio negli hotel vicini al due stelle di via Siracusa. Ad accompagnare la vicenda straziante di chi al mare non avrà forse più occasione di tornare, ci sono le “comparse” dei tanti turisti che inconsapevoli e ignari continuano a presentarsi davanti all’hotel Gobbi.
«Non li conto più, ormai non vado più nemmeno a salutare tutti perché non ho il tempo necessario. Ieri mattina, per Ferragosto – racconta ancora l’addetto dell’albergo vicino – sono dovuto intervenire perché una coppia, moglie e marito, erano disperati. La mattina di Ferragosto si erano trovati senza albergo e dicevano che loro volevano entrare, continuavano a suonare il campanello. Allora io gli ho detto: “Ma non vedete il cartello della polizia locale? Non avete sentito niente di quello che è successo qui?”». Ma la coppia di aspiranti bagnanti non si arrendeva all’evidenza. «Ho dovuto insistere, alla fine li ho convinti che l’hotel era chiuso e non sarebbero potuti entrare. A quel punto – conclude – credo che siano tornati a casa. Pensavano che cercare un hotel il giorno di Ferragosto sarebbe stato inutile».
Io sono disponibile a pagare una giornata di vacanza alla madre e al figlio ci sono altre 7 persone come me per regale in ricordo a queste persone