Rimini, tre opere di Denise Camporesi esposte all'Infermi

Cultura

RIMINI. Nelle sale dell’ospedale Infermi di Rimini si è inaugurata l'esposizione permanente di tre opere donate dalla pittrice riminese, Denise Camporesi, che ha raffigurato una serie di angeli. Nell’immaginario gli angeli sono spesso rappresentati nell’arte come l’incarnazione di esseri umani con le ali che li distinguono da ogni altra creatura. Questa fusione tra l’essere umano e le ali di un uccello ha dato lo spunto a Denise Camporesi, a creare un "trittico" di opere, dove le figure ritratte degli angeli nella realtà terrestre, man mano, si modificano in "molecole", particelle che si trasformano dal microcosmo al macrocosmo fino a diventare dei "buchi neri" che assorbono le energie dell’universo.

Le opere già esposte nell’agosto del 2020 a Urbino con il patrocinio del Comune sono la rappresentazione di un’arte figurativa, astratta, metafisica fuse in un'unica opera artistica, composta da tre dipinti, una unicità nel mondo dell’arte, come innovazione che sempre distingue il figurativo dall’astratto. L’Angelo Denise, l’Angelo Serafino, l’Arcangelo Ernest sono il trittico che l’artista ha dipinto su tre strati: il primo è faesite dipinta con smalto nero satinato all’acqua; il secondo strato è un pannello in fibra di legno dove è appoggiato un cartoncino blu dipinto con pastello e sopra un supporto in plexiglass; il terzo strato un cartoncino di colore nero dipinto con pastello e carboncino bianco.

Denise Camporesi ha un lungo curriculum avendo dipinto oltre duecento ritratti, tra cui quello di Vittorio Sgarbi, di Valentino Rossi, di Italino Mulazzani, e tanti di personaggi famosi. Sue anche le opere di impressionismo moderno dove una esplosione di colori rappresenta la Natura di cui i bambini fanno parte integrante. Varie case editrici dalla Vallecchi di Firenze ad Aiep Editore ed Ernesto Paleani Editore hanno stampato nei loro libri dipinti della artista riminese.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui