Rimini, termosifoni accesi dal 22 ottobre al 7 aprile: "Ma speriamo di posticipare l'inizio"

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 Di fronte al boom dei costi dell'energia, che per il Comune di Rimini aggrava i costi di 10 milioni, l'amministrazione vuol rimandare oltre il 22 ottobre la data per accendere i riscaldamenti e limitarli sotto le 13 ore al giorno, esclusi gli asili nido e le scuole di infanzia. Sempre che il meteo lo consenta. Intanto, mentre Palazzo Garampi ha messo a punto alcune misure, come quella di ridurre la temperatura dell'acqua che esce dai rubinetti delle sue sedi, c'è anche il timore che i lavori pubblici subiscano una frenata, proprio a causa del caro energia che pesa sulle aziende.

 Ieri il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato il decreto che definisce i nuovi limiti temporali di esercizio degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale da applicare per il prossimo inverno. Il nuovo 'Piano nazionale di contenimento dei consumi energetici' prevede la riduzione di un’ora al giorno della durata di accensione degli impianti, mentre il periodo di funzionamento della stagione invernale è accorciato di 15 giorni, posticipando di otto giorni la data di inizio e anticipando di sette la data di fine esercizio. Con lo stesso decreto inoltre il Ministero ha stabilito la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati. 

Le date di accensione variano a seconda delle diverse zone climatiche in cui è stata suddivisa l'Italia: “Rimini così come tutta la regione Emilia Romagna ricade nella zona E – spiega l’assessora alla transizione ecologica Anna Montini – è prevista dunque la possibilità di accendere i riscaldamenti a partire dal 22 ottobre fino al 7 aprile, per 13 ore giornaliere”.  

Resta la possibilità per i Comuni di autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta, in presenza di situazioni climatiche particolarmente severe.  

Le eccezioni

Sono previste delle esenzioni: le norme infatti non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili, agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili nei casi di esigenze tecnologiche o di produzione,  oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili.  

“Si tratta di normative in linea con il piano operativo che anche come Amministrazione ci apprestiamo a introdurre negli edifici e per gli impianti pubblici, nell’ottica di ridurre i consumi energetici che impattano in maniera imponente sul nostro bilancio, con un aggravio di oltre 10 milioni – sottolinea l’assessore Montini – Da settimane i vari uffici insieme all’Energy manager, ai dirigenti e ai tecnici dei vari settori stanno lavorando per mettere a punto le linee di intervento da integrare al piano presentato dal Governo, che di fatto comprende azioni già anticipate dal Comune, orientati proprio ad una flessibilità nell’accensione o spegnimento degli impianti, sia di riscaldamento sia di illuminazione, sulla base delle reali condizioni ed esigenze climatiche e ambientali. Proprio per questo motivo confidiamo di poter rinviare l’accensione degli impianti di riscaldamento oltre il 22 ottobre e comunque al di sotto delle 13 ore giornaliere concesse, se le condizioni meteorologiche lo consentiranno e senza ovviamente incidere sulla qualità della vita degli uffici”. Così come previsto anche dal decreto ministeriale, sono escluse dal programma di contenimento energetico gli asili nido e le scuole di infanzia, a completa garanzia del benessere dei più piccoli. 

“Abbiamo già introdotto una serie di misure – prosegue Montini – Innanzitutto abbiamo anticipatamente sospeso il sistema di rinfrescamento degli uffici, spegnendo già dal 31 agosto l’aria condizionata. Abbiamo inoltre adottato qualche correttivo, che può apparire minimo ma capace di incidere, riducendo ad esempio la temperatura dell’acqua che scorre nei rubinetti degli uffici delle sedi comunali. Un accorgimento che vogliamo introdurre anche nelle palestre scolastiche, fissando a 55 gradi il tetto massimo per l’acqua calda. Sempre restando agli uffici, abbiamo intenzione di inviare a breve un vademecum ai dipendenti, con suggerimenti sulle buone pratiche da adottare sulla scorta delle linee guida dell’agenzia nazionale Enea (come per l’utilizzo nell’ottica del risparmio di pc, stampanti, sistemi di illuminazione, che incidono per oltre il 16% sui consumi energetici), quei piccoli gesti del quotidiano che possono contribuire a ridurre gli sprechi, tanto in ufficio quanto a casa”. 

“Mentre agiamo sul day by day, dobbiamo anche continuare a progettare gli interventi del futuro nell’ottica della sostenibilità e della transizione energetica – conclude l’assessora - proseguendo ad esempio nella sostituzione negli edifici comunali, anche storici, degli impianti di riscaldamento vetusti con nuovi impianti a pompa di calore ad alta efficienza energetica; investendo ancora sul fotovoltaico e le comunità energetiche pubbliche; realizzando nuovi edifici a consumi energetici quasi zero, come le nuove scuole costruite negli ultimi anni. Sul fronte degli investimenti, ci attendiamo importanti risparmi dagli interventi di miglioramento dell'efficienza energetica degli impianti di illuminazione pubblica per il territorio del Comune di Rimini: un project financing che garantirà un risparmio energetico di oltre 8,6 milioni di kWh annui, ovvero il 62% rispetto al consumo annuale”. 

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