Rimini. Tempi lunghi per le visite. Ausl: mancano i medici

Tempi troppo lunghi per visite specialistiche, il problema c’è: carenza di personale medico, assenza di alcune prestazioni nelle case di cura convenzionate e uno strascico, seppur piccolo, delle visite saltate durante la pandemia. «Ma siamo al lavoro su più ambiti per risolverli». Francesca Raggi, direttore medico del presidio di Rimini e Mirco Tamagnini, direttore delle Attività socio sanitarie, stanno analizzando i casi riportati dal Corriere Romagna, diverse prenotazioni specialistiche per le quali, attraverso il Cup del servizio pubblico, sono stati dati appuntamenti da 7 a 9 mesi. Già risolto nei giorni scorsi un problema innescato da una anomalia tecnica nell’agenda di prenotazione delle visite dermatologiche, ma altri casi si sono aggiunti. «Verificheremo cosa è successo in modo approfondito, ci vorrà qualche giorno» afferma Raggi riferendosi ai singoli casi, ma il discorso è più ampio: «Abbiamo aperto un tavolo di confronto tra professionisti e medici di medicina generale finalizzato a migliorare anche l’appropriatezza prescrittiva». «Ben vengano le segnalazioni», afferma, Tamagnini, «sono quelle che ci fanno migliorare, e ne riceviamo attraverso diversi canali, prendendolo tutte in considerazione». Non nasconde il problema ma spiega: «Ci muoviamo su un doppio binario con i colleghi di Riccione per un lavoro di prossimità attento, per evitare lunghe attese o fare spostare le visite verso altre province», come accaduto nei casi segnalati dal Corriere dove venivano offerte le prestazioni richieste in tempi molto brevi fuori provincia. «Ma abbiamo anche necessità di medici – puntualizza Tamagnini – facciamo dei bandi e vanno deserti».
Spiegato dunque uno dei problemi principali resta da capire perchè il problema è diffuso, appuntamenti dati mesi dopo sia per una visita oculistica che per una di gastroenterologia. «Per quanto riguardo il caso della visita oculista si è trattato di un percorso inappropriato: era stata richiesta prima di un intervento alla cataratta come visita di controllo, quando invece sarà il chirurgo a doverla prenotare nei tempi richiesti». «Ma» promette Raggi «verificheremo con attenzione anche questo caso». E per gastroenterologia? Fermo restando i problemi già esposti, spiega che «nella nostra provincia le case di cura private accreditate (quelle che allargano la platea di specialisti a cui rivolgersi sempre attraverso il servizio sanitario nazionale, ndr) non hanno tutti i tipi di specializzazione, gastroenterologia è una di queste». Otto mesi comunque sono troppi, e i due medici concordano che c’è qualcosa che non va. Ma Raggi sottolinea che «non è vero che scegliendo una prestazione a pagamento si trova subito posto, o meglio non è vero sempre. Perchè quando le agende “a pagamento” sono troppo piene vengono bloccate». Poi all’unisono: «Ribadiamo che siamo al lavoro per una grande integrazione tra ospedale e territorio, per garantire sempre di più prossimità ai cittadini nelle prestazioni di cui hanno bisogno mandato, è un mandato che ci ha dato la Direzione generale, l’unica grande difficoltà è trovare dei medici».

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