Rimini non versò la tassa di soggiorno, Cassazione annulla l’assoluzione

Rimini

RIMINI. La seconda sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione nei confronti dell’albergatore che non aveva pagato la tassa di soggiorno. L’imputato, accusato inizialmente di appropriazione indebita, dovrà essere processato nuovamente per il reato, più grave, di peculato. I giudici romani hanno accolto il ricorso firmato dal pubblico ministero Davide Ercolani (redatto con la collaborazione del vice-procuratore onorario Leonardo Berardi) nel quale si sosteneva che il verdetto era fondato «su un’errata interpretazione della legge penale». Mentre altrove già fioccavano, infatti, le prime condanne per il reato di peculato - punito da 4 a 10 anni - a Rimini, invece, complice l’ambiguità del regolamento comunale che prevedeva una sanzione amministrativa senza fare riferimento a conseguenze di altro genere, l’8 marzo 2018 si assistette all’assoluzione del primo imputato approdato in aula.

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