Rimini. Superbonus, sblocco in vista. “Salvi duecento cantieri”

Dopo mesi di buio ecco spuntare una piccola luce in fondo al tunnel. Luce necessaria ad illuminare tutti quei cantieri Superbonus 110 chiusi col blocco della cessione dei crediti. Sottolinea il direttore della Cna Rimini, Davide Ortalli: «La soluzione sembra essere stata individuata dal governo. E permetterebbe, finalmente, di riaprire, a breve, quei circa 200 cantieri, nella provincia di Rimini, i cui lavori di rigenerazione energetica sono stati sospesi quando banche e Poste italiane hanno smesso di incassare i bonus fiscali dalle imprese: qualcosa come quattro, cinque mesi di stop».

I correttivi in arrivo

Si preannuncia, così, una retromarcia decisa da parte dell’esecutivo Meloni, che, col decreto 11 del 16 febbraio scorso (niente più sconto in fattura e basta cessione dei crediti) aveva, di fatto, condannato a morte il Superbonus 110 e anche quello 90. Una retromarcia mirata ad individuare la ricetta più giusta per salvare crediti e imprese. Precisa Ortalli: «Il decreto, così com’è, avrebbe provocato non solo la fine del superbonus, ma anche il blocco dell’intero comparto edilizio, con tutto ciò che questo potrebbe determinare in termini economici e occupazionali. Da qui la richiesta veemente della categoria a trovare, subito, un correttivo. Che nel corso del vertice di lunedì scorso tra governo, associazioni dei costruttori (Ance, Cna e Confartigianato), e associazione bancaria (Abi), sembra essere stato messo sul tavolo. Ovvero l’utilizzo dei modelli F24 a compensazione dei crediti fiscali acquistati dalle banche». Ma entriamo nel dettaglio della proposta avanzata dalle categorie economiche e accolta dal governo. Spiega il direttore della Cna di Rimini: «La scappatoia è molto semplice. Quando un privato cittadino si reca in banca col modello F24 per pagare tasse e imposte i soldi, in automatico, finiscono nella casse dello Stato. In questo caso, invece, parte di quei quattrini resterebbero alla banca, a compensazione dei crediti fiscali che ha in pancia. Insomma, l’uovo di Colombo che potrebbe rimettere in moto migliaia e migliaia di cantieri chiusi in Italia, almeno 200 tra Riviera ed Entroterra, e salvare dal fallimento decine e decine di imprese riminesi e dal licenziamento centinaia di lavoratori». Questo per la cessione del credito alle banche.

Interventi di rigenerazione

Ma allo sconto in fattura, tolto dal governo col decreto del 16 febbraio scorso, che, di fatto, impedisce nuovi interventi di rigenerazione energetica, se non a proprie spese, cosa succederà? Potrà essere ripristinato? Risponde Francesco Rinaldi, legale rappresentante di Ubisol, azienda riminese specializzata in impianti fotovoltaici e termici: «In questo caso restano vive le norme previste dai decreti del novembre 2022, che salva il 110, con tanto di sconto in fattura e cessione del credito, solo a chi ha presentato, in Comune, la Cila Superbonus entro il 25 di quel mese, e del 16 febbraio 2023, che salva il 90, sconto in fattura e cessione del credito compresi, a chi abbia presentato, in Comune, la cila Superbonus entro quella data. Per tutti gli altri è consentito, sì, l’intervento di rigenerazione energetica, ma a proprie spese e con detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi». Un provvedimento, questo, che penalizza le classi più povere. Chiosa Rinaldi: «Purtroppo è così. Ma visto che c’è una direttiva europea che ci impone di migliorare la classe energetica degli edifici, portandola alla D, si potrebbe varare una norma alle fasce di reddito fino a 30mila euro che preveda, solo per loro, il ripristino del Superbonus 90 con sconto in fattura e cessione del credito».

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