Rimini, stuprata in albergo dopo il festino con alcol e narghilè

L’unica cosa che ricorda per certo è il nome del ragazzo di nazionalità brasiliana che l’avrebbe violentata. Non ha invece ricordi di come sia arrivata nella stanza dell’albergo riminese dove il presunto stupratore avrebbe abusato di lei la notte tra il 10 e l’11 agosto dello scorso anno. Tutta colpa dell’alcol ingerito, che avrebbe permesso al 33enne in vacanza a Rimini, grazie «al suo momentaneo stato di ebrezza alcolica», di accompagnarla «sorreggendola, all’interno della camera dell’albergo da lui occupata» per «consumare un rapporto sessuale». Nei confronti del sudamericano difeso dall’avvocato Antonio Caracciolo del Foro di Busto Arsizio, la Procura della Repubblica nella figura del pubblico ministero Davide Ercolani ha formulato anche la richiesta di giudizio immediato.

La storia

La vicenda si sarebbe consumata nel giro di poche ore. La presunta vittima al lavoro in un noto locale di Marina centro, ai carabinieri che hanno raccolto la denuncia della 23enne riminese, ha raccontato di aver conosciuto il presunto stupratore perché amico di un ballerino sudamericano con cui aveva avuto una breve relazione. Con loro c’era anche un terzo connazionale. Il presunto stupratore, ha raccontato la giovane, da subito ha manifestato interesse «con delle avance» cui faceva seguito un invito a cena per la sera seguente. Per questo motivo si sono scambiati i numeri di cellulari. Poi nel cuore della notte il presunto stupratore era riuscito ad invitarla in un locale prima e poi nell’albergo dove alloggiava il suo ex. Le ultime cose che ricorda distintamente la giovane è che il presunto violentatore ha continuato a fare avance anche alla presenza degli altri due amici. Anzi con l’ex avrebbe avuto una discussione accusandolo di intromettersi nel “corteggiamento”. In realtà, dice la ragazza nella denuncia, il resistere «dipendeva anche dalla mia volontà». Fatto sta che il gruppetto dopo aver iniziato a bere ha arricchito la serata fumando dal narghilè. È questo l’ultimo ricordo nitido, fino alle 15 quando, si risveglierà nuda con il presunto violentatore al suo fianco, in un albergo diverso da dove avevano fatto baldoria e dove andrà a recuperare il suo cellulare che aveva dimenticato sulla terrazza. Al terzo sudamericano con cui aveva trascorso la serata ha quindi chiesto aiuto per ricostruire quanto le era accaduto, senza però essere mai più richiamata. Tornata al lavoro la sera, non sentendosi bene, ha chiesto di poter andare a casa. La mattina seguente, vista la persistenza dei dolori addominali, la decisione di andare al pronto soccorso dove dopo la visita ginecologica è scattata l’inchiesta penale.

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