Rimini. Stereotipi di genere l’Einaudi rivoluziona la comunicazione

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I ragazzi e le ragazze dell’Einaudi di Rimini al lavoro per scoprire e combattere gli stereotipi di genere nel mondo della comunicazione pubblicitaria. Gli studenti della V C si sono lanciati in una sfida: “ribaltare” le fotografie usate per la promozione delle case di moda, scambiando i ruoli ricoperti da modelli e modelle. Il progetto prende vita nell’ambito del modulo di educazione civica curato dal professor Leonardo Neri e ha visto la partecipazione della classe a una conferenza virtuale tenuta dalla professoressa Elena Bandrés Goldáraz dell’università di Zaragoza in Spagna.

«A partire dalle analisi scritte dalla classe, durante la conferenza abbiamo analizzato i messaggi subliminali che nascondono le pubblicità, i poster e i film che ci circondano - spiega Andrea Trione, uno degli alunni di V C - ed è emerso il fatto che la donna ha un ruolo predefinito, di contorno, come se facesse da cornice al vero protagonista del quadro: l’uomo». Questa attività di analisi rientra nel progetto Mai tv attivato dalla professoressa Elena Bandrés, che consiste nel portare a scuola il dibattito sugli stereotipi di genere, presentarli, analizzarli in un prodotto culturale audiovisivo e poi mostrarli pubblicamente per far prendere coscienza della presenza degli stereotipi nella società. L’obiettivo, spiega Bandrés, è «introdurre i giovani alla prospettiva di genere, perché sappiano interpretare gli elementi della narrativa audiovisiva per poter avere uno spirito critico».

I ragazzi dell’Einaudi-Molari hanno quindi scovato gli stereotipi in due campagne pubblicitarie, una realizzata da Emporio Armani nel 2018, che vede protagonisti Matilda Lutz e James Jagger, e un’altra realizzata dall’agenzia di moda spagnola C&M. I ruoli di modella e modella sono stati invertiti nelle nuove fotografie realizzate dai ragazzi, che hanno così voluto dare un nuovo significato alle campagne e al ruolo giocato soprattutto dalla donna.

«Manderemo queste foto alle due società affinché si decidano a cambiare la rappresentazione della donna nelle loro campagne pubblicitarie - afferma Giorgia Amici della V C -. Vogliamo che riconsiderino l’ideologia dominante quando rappresentano il ruolo della donna e dell’uomo in pubblicità. Vogliamo nuovi modelli nei quali anche le donne abbiano autorità».

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