Rimini. Sol et Salus apre reparto di sub intensiva

Rimini

Dal reparto di Terapia intensiva a quello di sub intensiva, uscendo dall’ospedale e venendo accolti nella casa di cura Sol et salus. E’ il frutto dell’accordo concluso la scorsa settimana tra la dirigenza di Ausl Romagna e quella della struttura sanitaria di Torre Pedrera, che da lunedì scorso ha messo a disposizione delle persone dimesse dalle Rianimazioni Covid della Romagna dieci posti letto destinati alla terapia sub intensiva. A Sol et salus, inoltre, assicura il direttore sanitario Massimo Montesi, «ai pazienti verrà assicurata anche la terapia riabilitativa». Riabilitazione che in molti casi consiste in esercizi utili a riattivare la corretta deglutizione, oltre che la capacità motoria. «La maggior parte dei pazienti che in base al nuovo accordo viene affidata alle nostre cure - puntualizza Montesi - è rappresentata da malati a cui è stato necessario effettuare la tracheotomia per consentire la respirazione invasiva, e hanno quindi bisogno di rientrare in possesso di funzioni elementari, come quella della deglutizione». 

Firmato l’accordo al termine della scorsa settimana, è da lunedì che i primi pazienti dimessi dai reparti di Rianimazione delle strutture ospedaliere di Ausl Romagna sono stati accolti in Sol et Salus. «Finora sono tre  - riferisce il direttore sanitario - e siamo lieti di averli presi in  carico, poiché in questo modo Sol et salus sta contribuendo ad alleggerire la pressione che ancora grava sui reparti di Rianimazione degli ospedali romagnoli a causa dell’alto numero di contagi registrato nell’ultimo mese». Oltre a Sol et Salus, nell’area di competenza di Ausl Romagna, anche un’altra struttura sanitaria ha siglato un accordo simile con l’azienda sanitaria romagnola: si tratta dell’ospedale San Pier Damiano di Faenza. Qui, come a Torre Pedrera, verranno accolti infatti tutti quei pazienti che «hanno superato la fase critica - spiega il dirigente Montesi - ma che hanno ancora bisogno della ventilazione artificiale, permettendo quindi di liberare posti di terapia sub intensiva negli ospedali, in modo da rendere disponibili posti letto per chi si trova invece nella fase acuta dell’infezione». In gran parte, infatti, i pazienti destinati a Sol et Salus «sono già negativizzati», osserva Montesi, ma «devono affrontare ancora quel periodo di svezzamento dalla respirazione artificiale che richiede diversi giorni di ricovero, oltre, ovviamente, all’impiego di quei dispositivi che li assistono nella respirazione». Oltre a ciò, a Sol et Salus, spiega Montesi, «forniremo ai pazienti dimessi dagli ospedali la fisioterapia e i percorsi di riabilitazione di cui hanno bisogno, mettendo a disposizione tutte le nostre competenze in materia».

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