Rimini, slitta il processo a Giulio Lolli

Rimini

L’atteso ritorno a Rimini di Giulio Lolli, l’ex patron di Rimini Yacht non c’è stato. L’udienza è stata rinviata al 27 maggio a causa dell’emergenza coronavirus. L’uomo, detenuto nel carcere di Regina Coeli, aveva chiesto di poter essere presente in aula prima dell’emergenza sanitaria, ma non ha integrato l’istanza alla luce del decreto del governo. Così il giudice Raffaella Ceccarelli ha accolto la richiesta di legittimo impedimento da parte dell’avvocato difensore Antonio Petroncini. Se ne riparlerà più avanti.
Giulio Lolli, nelle scorse settimane è stato interrogato in carcere da pm riminese Davide Ercolani e ha raccontato per filo e per segno il meccanismo della maxitruffa all’origine dei suoi guai giudiziari, svelato il ruolo dei complici, spiegato di avere pagato la benevolenza di qualche collaboratore “chiave” di finanziarie e banche per facilitare l’accensione di mutui senza garanzie, e fornito possibili nuovi spunti di indagine. Per la prima volta ha ammesso tutti gli addebiti a eccezione di uno: la presunta estorsione ai danni di una tipografa. È il reato che pesa di più in chiave processuale e quello che di fatto impedisce la possibilità di chiudere il procedimento riminese con un patteggiamento. «Non dovevo minacciare né intimidire nessuno, perché ci legava un contratto».

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