Uno stipendio da poco più di mille euro al mese, un neonato con una patologia genetica e ora l’abitazione che potrebbe essere tolta. È il dramma di una famiglia riminese che lancia un appello: «Rischiamo di perdere tutto, anche la casa, abbiamo tre bimbi di cui uno di 9 mesi malato e costretto a cure continue, e non arriviamo a fine mese. Non sappiamo più cosa fare. Speriamo che il Comune ci aiuti, altrimenti finiremo in mezzo ad una strada». È l’appello struggente, carico di dolore, di un giovane padre riminese, che si è affidato all’avvocata, Paola Zoli, nella causa di sfratto che il 28 febbraio si dibatterà davanti al tribunale di Rimini.
Le cure del piccolo e i viaggi a Roma
Tre figli piccoli, uno di 9 anni, una di 6, e un neonato affetto da una grave patologia genetica e bisognoso di cure continue: per loro mamma e papà, trentenni riminesi, si sono privati di tutto, si sono sottoposti a mille sacrifici, pur di garantire una casa calda e pasti completi. Finché hanno potuto. Finché la vita non li ha messi davanti ad una prova impossibile: provvedere alle cure dell’ultimo figlio, affetto, sin dalla nascita, da una grave malattia genetica che lo costringe a dover raggiungere l’ospedale Bambin Gesù di Roma, una volta a settimana, per sottoporsi ad una terapia salvavita sperimentale. «Tutto questo – spiega il padre – con un solo stipendio da 1200 euro al mese, il mio, perché mia moglie, con la malattia del piccolino, è stata costretta a dover chiudere l’attività, che, durante la pandemia, seppur tra mille difficoltà, era riuscita a tenere aperta».