Rimini. Sblocco delle cartelle esattoriali, imprese in allarme

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Il “d-day” è scattato. Non solo in fatto di green pass al personale scolastico. La giornata di oggi è infatti anche quella del temuto sblocco delle cartelle esattoriali. Temutissimo. Da imprese, ma anche da semplici cittadini, che hanno beneficiato dapprima dello stop arrivato con il Decreto Cura Italia dell’8 marzo 2020 e poi della proroga contenuta nel Decreto Sostegni bis. Proroga al 31 agosto appunto. Tradotto, da oggi riprenderanno la loro “corsa” online le notifiche per le cartelle esattoriali e si tornerà a tremare forte soprattutto in quelle attività che hanno visto i fatturati quasi azzerati dal Covid.

Commercialisti: gradualità

Sull’argomento si pronuncia con la canonica completezza di informazioni il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rimini, professor Giuseppe Savioli: «Il blocco delle cartelle esattoriali è stata una misura emergenziale di aiuto alle famiglie e alle imprese in un momento di liquidità quasi azzerata dal crollo dei fatturati, ma come tutti i provvedimenti straordinari non poteva durare all’infinito. Bisogna tornare pian piano alla normalità e in questo processo di ripartenza rientra anche il dover adempiere agli obblighi con le pubbliche amministrazioni: tanto più che in questo momento l’economia sta rimettendosi in moto, il Pil è nuovamente in crescita, le imprese cercano personale e il mercato del lavoro sta riaccendendo i motori» premette, entrando quindi nel merito: «Il blocco era stato fatto per evitare alle persone e alle attività un indebitamento straordinario e il rischio di finire sul lastrico e a quanto ci è dato sapere questo sblocco non è tout court, sarà attuato con gradualità: l’auspicio è quindi che la pubblica amministrazione torni a incassare i crediti “cum grano salis”, valutando le situazioni ancora compromesse e non in maniera indiscriminata e aggressiva. Con una progressione che non spazzi via l’obiettivo della moratoria, che era quello della ripartenza graduale e del dare respiro alle persone. Ci attendiamo comunque un’ondata importante di cartelle da analizzare e dovremo attrezzarci per far pagare il giusto ai nostri clienti, individuando eventuali errori e incomprensioni tecnico-burocratiche».

I timori delle associazioni

«Si è parlato tanto di aiuti, poi nella concretezza se ne sono visti pochi: si è trattato più che altro di rinvii che il problema lo postdatano. Anzi, chi ha utilizzato anche in passato la proroga dei contributi al personale si è visto ammucchiare tante spese» esordisce il presidente di Confartigianato Rimini, Davide Cupioli, evidenziando: «Questa estate si è lavorato, ma ancora non si può parlare di ripartenza a pieno regime e forse era lecito aspettarsi un po’ di accortezza in più. Oltretutto con questo green pass, tante attività legate al turismo hanno avuto un’ulteriore contrazione e lo sblocco arriva in un momento nuovamente complicato. Ci auguriamo una ripartenza davvero più forte, perché siamo ancora in fase di recupero e i problemi di liquidità e di accesso al credito non sono ancora risolti (anche chi si era avvalso dei 25mila euro si era visto chiedere la chiusura del fido e gliene erano rimasti pochi). Speriamo questo provvedimento non vada quindi a pesare troppo e a ricreare un freno all’economia: il timore è infatti quello che qualcuno non ce la faccia e debba fermarsi definitivamente».

Non dorme sonni tranquilli neanche il direttore provinciale di Cna, Davide Ortalli, che aggiunge: «La preoccupazione è indubbia e generalizzata, perché siamo ben lontani dall’essere tornati alla normalità, nonostante una stagione dai buoni numeri che ci fa vedere più lontana la pandemia. Non possiamo però ancora permetterci di andare a regime con una situazione ordinaria e dal punto di vista della finanza, del credito e delle moratorie attendiamo altre risposte: le imprese non risolvono infatti in due mesi i problemi di un anno e mezzo ed era bene aspettare un quadro meno nebuloso per questo sblocco esattoriale, perché qui si naviga ancora a vista. D’altra parte, non tutti vivono di turismo e ci sono tante attività con problemi di liquidità e di ripartenza reale. Auspichiamo quindi buon senso e siamo molto preoccupati sulla capacità di sostenere certi impegni».

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