Rimini. Ruba tutti i risparmi all'amico pensionato, condannato

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È stato condannato a un anno e sei mesi un rappresentante di prodotti per anziani, giudicato colpevole di aver raggirato un 78enne riminese, fino a sottrargli una somma pari a 47mila euro. La condanna per circonvenzione di incapace è arrivata ieri, emessa dal giudice Manuel Bianchi, che ha preso in mano il fascicolo aperto su querela dello stesso anziano, nel frattempo deceduto, che nel 2020 aveva denunciato la sparizione “nel nulla” di quei contanti, quei bonifici e quegli assegni che aveva affidato al rappresentante perché svolgesse per lui alcune commissioni. Il venditore, 48enne milanese, rappresentante di zona per ditte specializzate in prodotti per la terza età, secondo l’accusa, si sarebbe approfittato del rapporto di amicizia intessuto con il 78enne (un ex muratore in pensione) per appropriarsi dei suoi risparmi. Secondo la difesa, invece, tra i due uomini era nata un’amicizia sincera, tanto che spesso i due guardavano le partite di calcio, e il commerciante più di una volta aveva accompagnato il riminese nelle piazze della provincia, dove questi amava esibirsi suonando i suoi strumenti musicali. Tra le commissioni delegate dall’anziano al commerciante, anche l’acquisto di un’auto elettrica dal costo di circa 12.500 euro. Un’auto che l’anziano dice di non aver mai ricevuto, mentre la difesa del commerciante, affidata all’avvocato Massimiliano Cornacchia e Gilberto Gianni, sostiene sia stata comprata e più volte guidata dal riminese. Tra le affermazioni nella denuncia spiccavano anche quelle in cui l’anziano accusava il rivenditore di aver fatto sparire i soldi che lui stesso gli aveva affidato perché pagasse tramite assegno una società di scommesse: debiti che l’uomo aveva contratto in seguito alla sua passione per il gioco. Elementi che il giudice ha valutato evidenziando una colpevolezza dell’imputato, ritenuto responsabile del raggiro dell’anziano, che al tempo non aveva ricevuto diagnosi di demenza e non era assistito da un tutore legale. Il processo si è concluso senza la costituzione di parte civile perché gli eredi, dopo la morte dell’anziano, non hanno ritenuto di inserirsi nel procedimento.

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