Rimini. Ristoratore blocca il ladro: "A Miramare non si vive più"

RIMINI. «Quando mi sono reso conto di cosa avevo fatto mi si è gelato il sangue». Ivan Bianchi è l’ennesimo titolare esasperato di un locale di Miramare, il ristorante pizzeria Tin Bota di viale Mantova 19. Mercoledì scorso, poco prima della mezzanotte, ha bloccato il ladro, che dopo aver mandato in frantumi un vetro della porta d’ingresso e danneggiato un montante, ha cercato di fuggire portandosi via, dopo averlo strappato dalla parete dov’era fissato, un televisore da 90 pollici che, caduto a terra, si è frantumato in mille pezzi.

«È successo tutto molto velocemente. Stavo per andare a riposare quando il telefono di casa ed il cellulare cui l’impianto d’allarme del ristorante è collegato, ha iniziato a suonare. Ho acceso subito le telecamere. In un primo tempo non ho visto nulla di anomalo. Poi ho spostato le immagini su una seconda telecamera ed ho visto un uomo, con la mascherina e il capo coperto dal cappuccio di una felpa, entrare ed uscire un paio di volte. Probabilmente cercava di vedere se arrivava qualcuno: l’allarme suonava a più non posso».

Cosa ha fatto allora?

«Mi sono vestito, abito a cinque minuti dal ristorante, ho chiamato i carabinieri, preso il furgone dell’azienda e mi sono precipitato a tutta velocità verso il ristorante. Ho imboccato contromano viale Mantova e una volta davanti al locale ho bloccato al ladro la via di fuga piazzando davanti al vetro rotto il muso del furgone».

Il terzo assalto nelle ultime settimane (gli altri due sono falliti per un soffio e in un caso hanno comunque fatto anni) è stato il carburante che ha fatto salire l’adrenalina alle stelle «e non mi ha fatto pensare al rischio che stavo correndo. Non vedevo le mani del ladro, in tasca poteva avere di tutto. Tra noi è iniziato un fitto scambio di minacce che mi ha permesso di capire che non si trattava di uno dei tanti extracomunitari che bighellonano in zona. E questo mi ha lasciato di stucco. Come di stucco mi ha lasciato il fatto che nessuno dei residenti mi è venuto a dare un aiuto, anche se io ho continuato ad urlare con voce sempre più alta. Chi si è affacciato lo ha fatto solo quando sono arrivati i carabinieri». L’uomo, un 47enne pugliese, dopo la convalida dell’arresto è stato trasferito ai Casetti dove soggiornerà almeno fino alla celebrazione del processo per direttissima.

«La sua macchina è parcheggiata qui davanti. La conta dei danni? Nella migliore delle ipotesi 3.000 euro. Ormai a Miramare è impossibile vivere e lavorare. A casa non spengo più il telefono e temo di essere svegliato nel cuore della notte da un momento all’altro».

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