Rimini. Ristoranti: cene aziendali azzerate, incognita Capodanno

Via i turisti, dentro i riminesi che non si spostano più dall’ombra dell’Arco d’Augusto: è un Capodanno sulle montagne russe quello dei ristoratori riminesi, con un’altalena disdette/prenotazioni senza precedenti che ha riguardato il Natale e sta riguardando anche San Silvestro. Uno status di certo migliore di un anno fa, quando le festività avvennero a cucine chiuse al pubblico e operative solo per l’asporto, mentre ora i ristoranti sono stati toccati solo di riflesso dal nuovo decreto a differenza di altre categorie, ma che vede i titolari alle prese con una vera e propria ‘schizofrenia’ dei tavoli ed è costato tantissimo in fatto di cene aziendali. Praticamente scomparse. Ne sa qualcosa ad esempio Giuliano Canzian, titolare di ben sei attività di vario tipo (i ristoranti ‘Dallo Zio’, ‘Amorimini’, ‘Trattoria Dalla Marianna’, ‘Osteria de Borg’, della piadineria ‘Nud e Crud’ e dell’enoteca ‘Biberius’). «Per Natale teniamo aperti tradizionalmente solo ‘Amorimini’ e abbiamo avuto 130 prenotati, diversi da fuori città. Poi sono scesi a una ventina con una sorta di ‘fuggi fuggi’ e alla fine sono tornati una settantina. Quelli che abbiamo servito il 25» esordisce, proseguendo con la fotografia emblematica del fenomeno in atto: «Il Capodanno? “Andava da Dio” fino a qualche tempo fa: Dallo Zio eravamo ad esempio già sold out a inizio dicembre con i nostri habitué da Austria e Svizzera: la crescita dei contagi li ha fatti però scomparire tutti, per fortuna già sostituiti dai riminesi che non vanno più a festeggiare altrove. E’ rimasto solo un tavolo di due modenesi di quelli iniziali, per il resto lo switch è stato totale. E così in tutti gli altri ristoranti, abbiamo il telefono bollente per il turnover di chi avvisa che non ci sarà più e di chi cerca posto. Siamo aperti con tutti e abbiamo mantenuto il format dei due turni: a oggi siamo nella situazione degli anni pre Covid, ma la paura è che si continui a disdire ancora». Sulla stessa linea d’onda anche Maurizio De Luca, che con i fratelli Antonio e Francesco è titolare del Ristorante Lo Zodiaco a Rivazzurra e del Frontemare a Miramare. «A Natale non abbiamo lavorato, siamo stati chiusi come tutti gli anni, per San Silvestro siamo invece già pieni in entrambi. Il Frontemare era tutto esaurito già a novembre, poi quando è entrato in vigore il Super Green Pass ci sono state molte disdette che abbiamo però sostituito con le liste di attesa. Anche in questi giorni c’è movimento, a differenza degli altri anni quando a inizio dicembre dovevi dire no a tutti, ma solo per avvisare chi è in attesa se si libera un tavolo». Un andamento che a piazze senza eventi e discoteche chiuse, riguarda anche l’entroterra come rivela Michele Andruccioli del Ristorante La Rocca a Verucchio: «A Natale siamo stato aperti e al completo, come a Santo Stefano, a Capodanno stanno continuando ad arrivare prenotazioni e stiamo riempiendo». Cene aziendali queste sconosciute Se sono soddisfatti per poter comunque lavorare, sia Canzian che De Luca evidenziano un’altra conseguenza della quarta ondata e delle misure via via in atto, la perdita delle cene di gruppo e aziendali. «Abbiamo perso quasi completamente le cene natalizie aziendali, direi nell’ordine del 95% per cento dei casi, che si traduce in migliaia di coperti in meno fra tutti i nostri locali» spiega il primo. «A dicembre solitamente fra societarie e sportive ne abbiamo per almeno 15 serate, eventi da 3-400 persone: fra Covid, quarantene e rinunce spontanee varie abbiamo dovuto rinunciare a tutte. Per fortuna abbiamo recuperato un po’ nei fine settimana». Tradotto, si parla di quasi 5.000 persone. Il focus delle categorie «E’ già molto positivo che il territorio stia rispondendo sanando in gran parte le perdite da fuori Regione. In confronto ad altre categorie stiamo andando alla grande, specie pensando alle festività 2020: anche se non possiamo che dispiacerci per bar e caffetterie che perdono il servizio al banco e per le discoteche che hanno fatto investimenti molto alti per riaprire. Ringraziamo quindi di poter lavorare a differenza di un anno fa e speriamo le cose continuino così come stanno andando in questi giorni». A chiudere il cerchio è presidente provinciale, vice presidente regionale e membro del direttivo nazionale della Fipe Confcommercio Gaetano Callà: «I nostri associati ci dicono che non sta andando male, anche se i pienoni non si fanno più: per Natale si è lavorato e si sta lavorando tutto sommato anche in proiezione Capodanno. Incrociamo le dita».

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