Truffe online in continuo aumento in Riviera. Con conti correnti nel mirino e, spesso, svuotati senza che il proprietario se ne accorga. A lanciare l’allarme è la Lega dei Consumatori Rimini attraverso l’intervento del proprio legale, l’avvocato Emanuele Magnani. «Ogni settimana – sottolinea il legale – si rivolgono all’associazione due, tre, riminesi vittime di queste frodi. Tutti a denunciare lo stesso caso e identico modus operandi da parte di quella che può essere considerata una vera e propria organizzazione criminale ad alto livello di specializzazione. Parlo del prosciugamento del conto corrente, successivo all’arrivo di una e-mail o di un messaggio sms allarmistico, “firmati” dal proprio istituto di credito, e contenenti avvisi di chiusura conto, scadenza servizi, mancati pagamenti».
I racconti delle vittime
Il racconto delle vittime, infatti, è sempre quello. «Dicono di aver risposto a un annuncio e-mail (tecnicamente phishing, ndr) o sms (smishing e vishing, ndr) nel quale la propria banca o le Poste, logo e messaggistica uguali agli originali – spiega Magnani –, li avvertiva, creando in loro ansia e fretta di intervenire, che qualcuno si era reso protagonista di un ingresso anomalo nel conto corrente o, comunque, di un pericolo imminente da rimuovere. Tutto falso, naturalmente, creato ad arte dai truffatori, ma curato così bene, nei minimi particolari, da sembrare reale al punto da spingerli ad aprire il messaggio e verificarlo: mai farlo perché è l’ok allo svuotamento del conto».
E per cifre anche ragguardevoli. «Si va da 500, 1000 euro, fino alle 5000 e, addirittura, 10.000 euro – puntualizza Magnani –. Vi dico solo questo: proprio in questi giorni mi sto occupando di una di queste truffe online da 6000 mila euro; risparmi che rappresentavano l’unica fonte economica di sostentamento per una famiglia riminese».
Risarcimenti
Oggi, però, si può ottenere un risarcimento da parte dell’istituto di credito: completo o al 50% rispetto alla cifra sottratta. «Certo – conferma l’avvocato Magnani –. Perché non è sempre colpa della vittima. In più occasioni, infatti, l’arbitro bancario e finanziario di Bologna, che si occupa di questi reati, ha riconosciuto la responsabilità della banca, rea di non aver adottato un sistema di protezione forte, che potesse evitare l’imbroglio. Con la conclusione della restituzione del maltolto all’ignaro correntista». Conclude Magnani: «Tutti possiamo essere vittime di questi reati, anche persone giovani e preparate. Non solo i pensionati. E i provvedimenti dell’arbitro arrivano a riequilibrare il rapporto di debolezza del correntista rispetto agli istituti di credito, che devono, così, migliorare i sistemi di protezione delle proprie piattaforme online».