Rimini, ricatta la ex: "Nostre foto intime a tuo papà integralista"

Rimini

RIMINI. «Se mi lasci mostrerò a tuo padre le nostre foto intime e gli farò vedere la documentazione sanitaria dell’interruzione di gravidanza». Il ricatto dell’ex fidanzato, di per sé già spregevole, ha gettato nel terrore una studentessa universitaria di origine nordafricana, figlia di un musulmano tradizionalista. «Per lui anche un semplice bacio è motivo di disonore – disse lei nel chiedere aiuto alla polizia - tremo all’idea di quello che potrebbe succedere: le conseguenze potrebbero essere tragiche». A distanza di due anni dai fatti, il protagonista della vicenda, anche lui un giovane di origine nordafricana residente in Romagna, è a processo con l’accusa di stalking e tentata estorsione (la legge sul revenge porn è successiva).

La coppia, con il benestare dei genitori, aveva cominciato a frequentarsi due anni prima. La relazione, per la cultura delle famiglie di origine di stretta osservanza religiosa, sarebbe dovuta rimanere “platonica”, ma i due si amano e stanno insieme come tutti gli altri ragazzi. La dolorosa scelta della studentessa di interrompere la gravidanza è influenzata soprattutto dalla possibile reazione del padre: «Non è come per gli italiani, avrebbe scatenato l’inferno, saremmo stati in pericolo sia io sia il mio fidanzato». Subito dopo, però, lei scopre che lui la tradisce e mette fine alla storia. Una decisione che ossessiona il ragazzo al punto di arrivare a ricattarla, gettando nella disperazione la studentessa che diceva di amare. La chiama di continuo (settanta telefonate in cinque giorni) e poi si presenta da lei con una borsa nelle mani. «Qui ho le nostre foto mentre ci baciamo e la tua documentazione medica. A te la scelta: o ci sposiamo o consegno tutto a tuo padre». Alle obiezioni dell’ex fidanzata lui risponde di volerla sposare a forza, indipendentemente dalla sua volontà e dai suoi sentimenti.

O tu o la morte: «Muori tu, o muoio io, oppure moriamo insieme. È questa la vita. Hai tempo fino a domenica per decidere. Mi vendico di te che non hai saputo perdonarmi, se mi perdoni staranno tutti bene, altrimenti farò in modo che chiunque si avvicinerà dovrà schifarsi di te». La ragazza a quel punto prende tempo, ma non riesce più a dormire, a studiare, a vivere.

Il giorno dell’ultimatum arriva la polizia a salvarla dall’aggressione fisica del giovane. Segue un ammonimento ufficiale della questura, ed è a quel punto che interviene la madre del nordafricano. Per chiudere la faccenda, a mo’ di risarcimento per le “sofferenze” patite dal figlio, chiede all’ex fidanzata cinquecento euro. Anche nei confronti della donna è scattata l’accusa di tentata estorsione. La parte offesa, assistita dall’avvocato Graziana Bettuelli, nella prossima udienza fissata in primavera, ripercorrerà la sua storia di stalking, e di emancipazione da un contesto retrogrado, integralista e oppressivo.

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