Rimini. Residenti denunciano: "Scooter bruciato per vendetta"

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«Viviamo nella paura. Non li possiamo neanche guardare in faccia che loro rispondono con occhiate cattive e chiedendoci cosa abbiamo da guardare. Tra chi spaccia, chi ha bevuto e chi è drogato, non è più possibile frequentare la nostra via in tranquillità». La via di cui parla Vincenzo Mirra, ex assessore provinciale, è via Vittime civili di guerra, nel quartiere di Borgo Marina. E lì, racconta il residente, martedì sera intorno alle 22 è andato in scena l’ennesimo episodio di vandalismo.

«Qualcuno ha tentato di incendiare lo scooter del mio vicino di casa. Per farlo hanno usato uno scatolone di cartone a cui hanno appiccato il fuoco, appoggiandolo sulla sella del motorino. Lo scatolone però poi è caduto e quindi non si è incendiato tutto lo scooter, ma solo la seduta. L’obiettivo però ovviamente era dargli fuoco del tutto, e questo è vergognoso».

Oltre al vandalismo in sé, Mirra è indignato soprattutto per le ragioni che hanno portato all’incendio del motorino del vicino. «Pensare al perché è successo è pazzesco - dice -. Allora, a monte dell’incendio c’è un pattugliamento della polizia di Stato lungo la nostra via la sera stessa. I poliziotti hanno fatto degli accertamenti su alcuni nordafricani, e vedendoli, un uomo che abita nel mio palazzo si è complimentato con gli agenti per il loro operato. “Bravi, bravi, fate bene” ha urlato».

L’esultanza del residente, però, non è piaciuta agli stranieri in strada. «Dopo i commenti del mio vicino è nato un diverbio con i nordafricani, che gli urlavano da giù, inveendo contro di lui. Così, quando la polizia è andata, per vendetta hanno dato fuoco al suo scooter».

L’amara scoperta è avvenuta solo la mattina successiva. «Siamo al limite della sopportazione - confessa Mirra - e prima o poi dalle proteste verbali si potrebbe anche arrivare alle vie “brevi”», anche se, aggiunge, «speriamo che non accada mai».

Le telecamere

Esasperati, i residenti di Borgo Marina pensano a possibili soluzioni per tornare a vivere un po’ più serenamente nel loro quartiere. «Mi sono mosso scrivendo al sindaco, agli assessori Magrini e Morolli e al comandante della polizia locale. Da quando via Giovanni XXIII è stata praticamente chiusa al traffico, tutto spostato su via Destra del porto, la zona è ancora più isolata e buia. Speriamo che si riesca a intervenire: qui, noi, abbiamo paura».

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