Rimini. Raccolta fondi per la famiglia dell'imprenditore suicida

«Ciao mi chiamo Michele ed ho iniziato questa raccolta fondi per sostenere la famiglia di Claudio Fiori, imprenditore riminese che non ha retto il peso del fallimento della sua azienda e si è tolto la vita a soli 59 anni». È la prima parte del post con cui sulla piattaforma “Gofundme” Michele Baldacci, genero di Claudio Fiori - 60 anni ancora da compiere, moglie, due figli ed un nipotino di 3 mesi arrivato ad allietare la vita della sua famiglia, che lo scorso 10 maggio, preso dallo sconforto perché il venerdì successivo avrebbe chiuso per sempre la sua azienda, ha bevuto acido muriatico mentre si trovava da solo nella sede della società - spiega il perché della decisione di avviare una raccolta fondi. Diecimila euro la cifra da raggiungere, «una cifra simbolica non pensata a tavolino - spiega Michele - anche perché le spese che la nostra famiglia dovrà affrontare saranno ben più alte».

Alle 20,18 di ieri erano 27 le persone che hanno deciso di far sentire in questo modo la loro vicinanza ad un uomo «arrivato ad un gesto simile, mai ventilato prima, per colpa del suo modo di essere uomo, di interpretare la vita» sottolinea Baldacci. «Perché Claudio, nonostante le difficoltà in cui si stava dibattendo l’azienda, ha sempre messo davanti a tutto i suoi dipendenti. C’erano prima loro e poi veniva lui. A loro ha pagato regolarmente gli stipendi fino all’ultimo giorno».

A mettere in ginocchio la Sce elettronica, società specializzata nella realizzazione di quadri elettrici e impiantistica per locali pubblici la pandemia prima, l’impennata dei prezzi delle materie prime, della bolletta energetica ed infine il conflitto tra Russia-Ucraina ed Europa.

«La nostra famiglia non vuole trarre nessun vantaggio da questa tragedia. L’idea della raccolta fondi è venuta a me. Ritengo possa essere un modo per tenere vivo il ricordo di una persona davvero speciale come è stato dimostrato dall’eco mediatico e dall’emozione mostrata dalla gente a partire dalle 700 persone del paese dove viviamo».

Ma cosa succederà adesso, la Sce di San Clemente chiuderà definitivamente i battenti? «A questa domanda non siamo in grado e non vogliamo per il momento rispondere. Di questo se ne stanno occupando i commercialisti ed i nostri avvocati».

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui