Rimini, quasi 300 dipendenti comunali donano un'ora di lavoro ai profughi ucraini

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Hanno raggiunto quota 298 i dipendenti di Palazzo Garampi che hanno immediato risposto di ‘sì’ alla proposta lanciata dalla Rappresentanza Sindacale Unitaria di Rimini di togliersi un’ora di stipendio dalla propria busta paga per donarla agli ucraini arrivati sul territorio dopo lo scoppio della guerra. 

Un ottimo risultato che ha portato l’assessore comunale alle risorse umane Francesco Bragagni e l’assessore alla protezione sociale Kristian Gianfreda a decidere di rilanciare la proposta anche per il mese prossimo, di concerto con il sindacato RSU.  

L’iniziativa ha preso il via il 22 aprile e si è conclusa il 5 maggio, ma, data l’ampia partecipazione, è stato programmato di riproporla, sempre seguendo i criteri iniziali: l’invio di una mail in cui si chiede alle dipendenti e ai dipendenti se vogliano aderire al progetto e, in caso di consenso, l’avvio di tutte le pratiche necessarie alla trattenuta, la quale viene prelevata secondo i divisori contrattuali dall’importo della remunerazione globale mensile netta. Le risorse devono essere versate come aiuto in ambito locale nel conto della sezione della Protezione Civile Comune e Provincia di Rimini, la realtà preposta all’assistenza e al supporto della comunità ucraina ospite nelle strutture riminesi.

Il nostro ringraziamento più sentito a tutto il personale del Comune di Rimini che ha deciso di prendere parte a questa campagna all’insegna della solidarietà. Una notizia che, da quando è stata comunicata, ha richiamato l’attenzione di tantissimi giornali, siti e televisioni, a dimostrazione che parliamo di un qualcosa di eccezionale, di un gesto di generosità e altruismo tutt’altro che scontato – è il commento degli assessori Bragagni e Gianfreda -. Non possiamo che essere orgogliosi del successo numerico riscontrato, cosa che ci ha indotto, in accordo con RSU, a proporlo nuovamente anche in futuro. Ancora una volta, la comunità di Rimini, quando si tratta di dare una mano, risponde ‘presente’.".

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