Rimini, quaranta profughi ancora sotto sfratto

Rimini

Dopo lo stop al trasferimento dei migranti in un hotel di Rivazzurra, si profila la questione ben più complessa dei migranti di Miramare. Dopo tutto il trambusto sollevato, infatti, la Croce rossa ha deciso di bloccare il trasloco nella zona mare: «Considerata la bufera e le telefonate poco carine ricevute, ci fermiamo». I ragazzi resteranno dunque nella casa a monte della Statale, dietro all’aeroporto, dove si trovano adesso. Resta invece aperto il fronte dei migranti di Miramare: una quarantina, ospiti dell’hotel Evelyn. Una situazione difficile che, già cinque anni fa, aveva suscitato un vespaio di polemiche, dei residenti e della stessa Associazione albergatori. Tanto che l’allora prefetto Giuseppa Strano Materia si impegnò in prima persona a stoppare gli arrivi in quell’albergo. I 40 ospiti, fino a ieri, sembravano destinati all’hotel Alba in viale Faenza, stessa frazione, a 200 metri dal mare. Trasloco che, per ora, è stato bloccato. Il consigliere comunale di Patto civico, Mirco Muratori sottolinea: «Sappiamo che l’hotel Evelyn è stato ceduto e che i profughi lo dovranno lasciare». L’Evelyn dovrebbe rientrare in uno scambio di cubature: potrebbe essere raso al suolo per venire trasformato in un parcheggio. Per i migranti è così iniziato il conto alla rovescia: la certezza è che lì non potranno restare. Ma la stessa amministrazione spinge perché salgano sopra la ferrovia. «È necessaria una soluzione – ha affermato l’assessora Anna Montini parlando qualche giorno fa alla frazione –: abbiamo chiesto che i profughi non restino nella fascia turistica. L’ultima parola spetta però al prefetto». Nell’attesa gli operatori turistici della zona hanno aperto una petizione. «Abbiamo raccolto un centinaio di firme – sottolinea l’albergatore Corrado Della Vista – per dire stop ai centri di accoglienza nella zona mare. Questa è solo la punta dell’iceberg: finché ci sono strutture obsolete e con bassa redditività il modo più semplice e accessibile per farle lavorare è quella di collocarci i migranti. Ma per un hotel che salvi, si rischia di farne chiudere cinque. I turisti in certe zone non ci vogliono stare». E aggiunge: «Come Riviera Sicura già 10 giorni fa avevamo mandato una lettera al prefetto affinchè si interessasse al caso. Non è questo il modo giusto di gestire l’accoglienza: i migranti possono diventare anche delle risorse ma sono necessari corsi di formazione per avviarli al lavoro». Della Vista suggerisce anche una soluzione: «C’è la caserma Giulio Cesare, è grande, ha molti posti letto, le cucine e anche spazi che possono essere adibiti alla formazione dei ragazzi».

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