Rimini. Pronto soccorso in titl, i Medici: "Colpa dell'Ausl"

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«Siamo tornati indietro di 35 anni, quando al Pronto soccorso di Rimini erano in servizio due medici durante il giorno e uno di notte. Per cui, se siamo a questo punto, è bene alzare bandiera bianca e affidarsi alla buona sorte. Soprattutto quando i cittadini denunciano attese di 18 ore per una visita». Caustico, diretto, privo di orpelli dialettici. Davanti ad un servizio primario, essenziale, fondamentale per la salute dei cittadini, come quello del pronto soccorso, da giorni sotto assedio, in tilt, al collasso, Maurizio Grossi, presidente dell’Ordine dei medici di Rimini, non ce la fa a tacere. A guardare dall’altra parte. O ad intervenire utilizzando lo scudo protettivo della diplomazia. Da rappresentante di tanti colleghi in difficoltà, alza la voce e scende in loro difesa. Puntando il dito contro i vertici dell’Ausl Romagna, direttore generale Tiziano Carradori in primis, «tra i responsabili della situazione di crisi in cui versa il pronto soccorso dell’Infermi».

Un lavoro da «eroi»

Personale sanitario carente, medici, ma anche infermieri, insufficienti a gestire le tante, troppe, emergenze sanitarie tipiche dell’estate da tutto esaurito. Stigmatizza Grossi: «Lavorare così, in quelle condizioni, tutti i giorni, da adesso a metà settembre, è da eroi. Perché è proprio questo il termine più adatto: eroi. Consapevoli, peraltro, del rischio che corrono, anche in termini di carriera, perché in quelle condizioni, stanchi e stressati, l’errore è sempre dietro l’angolo».

Ausl Romagna nel mirino

Non risparmia critiche il massimo rappresentante della categoria. Rivolte tutte all’Ausl. «Non capisco come chi dirige l’azienda sanitaria, e fa questo lavoro da anni, non sia stato in grado di prevenire questa situazione? Non si sia chiesto: ma a luglio ed agosto, con l’arrivo di centinaia e centinaia di migliaia di vacanzieri, il pronto soccorso riuscirà a reggere l’urto? Il personale medico in servizio è sufficiente? Per non parlare della vicenda relativa all’arrivo, in autunno, dei 6, 8 nuovi dottori: assurdo nominarli a fine giugno. Tutti sanno dei tre mesi di preavviso. Perché non sono stati assunti ad inizio anno? Perché il bando non lo si è fatto a dicembre? Pianificazione: si chiama così. Pianificazione. E lungimiranza».

La “trovata” che non funziona

E’ un fiume in piena Grossi, che torna anche sulle problematiche della copertura degli undici posti vacanti attraverso il turnover: cardiologi, neurologi, gastroenterologi, periodicamente dirottati al pronto soccorso in sostituzione dei colleghi mancanti. «Intanto, non mi sembra che la “trovata” abbia sortito effetti positivi – fa notare il presidente dell’Ordine dei camici bianchi -. E non poteva essere altrimenti: al pronto soccorso ci vuole personale specializzato nelle emergenze, perché valutare in tempo un infarto in corso non è una cosa semplice. E vi dico di più: questi medici sono talmente scontenti della soluzione individuata dall’Ausl, che si sono già rivolti ad uno studio legale riminese specializzato in diritto del lavoro. E non mi stupirei se il caso finisse in mano al giudice del lavoro. Così come per la vicenda dei colleghi del 118, spediti dal servizio in ambulanza al pronto soccorso».

«Allarme rosso»

Tante le lamentele, le proteste, giunte in questi giorni anche all’Ordine dei medici da cittadini infuriati per le lunghe attese prima di una visita medica. E’ di ieri, tra l’altro, la doppia denuncia lanciata, attraverso il Corriere Romagna, da una volontaria della Protezione civile, in servizio al Pronto soccorso, e da un’anziana paziente costretta ad un’attesa di 18 ore, per la frattura di un piede, prima di essere curata dal dottore. Commenta amareggiato Grossi: «E se anche una persona che opera nella Protezione civile, parlo di gente abituata a vederne di tutti i colori a livello di soccorsi e di emergenze, si preoccupa per quello che accade al Pronto soccorso, allora il livello di soglia, il cosiddetto allarme rosso, è superato, e anche di molto. E siamo prossimi al disastro».

Critiche alla sindaca di Riccione

Ne ha per tutti Grossi, anche per la neo sindaca di Riccione, Daniela Angelini, che, appena insediatasi, si è recata subito al pronto soccorso dell’ospedale Ceccarini, per smorzare le polemiche e affermare che va tutto bene. «Sarebbe bene che i politici, in particolare chi ricopre ruoli di vertici nelle amministrazioni comunali – sottolinea Grossi -, pesassero bene le loro dichiarazioni. E mi riferisco alla sindaca di Riccione, che qualche giorno fa ha detto, candidamente, che al pronto soccorso del Ceccarini non c’è emergenza. Una cosa che non corrisponde alla realtà, alla verità dei fatti. Perché le cose sono due: o la sindaca ha visto un altro film, oppure i medici che lavorano lì sono dei lamentoni. Cosa che, ovviamente, non mi risulta».

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