Rimini. Proibisce alla moglie di parlare italiano: arrestato

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Minacciata dal marito con il coltello, si barrica in camera e si affaccia al balcone per gridare al mondo il proprio disagio e chiedere aiuto in italiano, la lingua che l’uomo - ossessionato dalla gelosia - le proibiva di parlare in pubblico. «Chiamate i carabinieri».

I vicini hanno raccolto l’appello e gli investigatori non hanno perso tempo. Il coniuge, un tunisino di quarantotto anni da anni residente a Rimini, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti familiari.

Il provvedimento è stato convalidato dal giudice Benedetta Vitolo.

Così come richiesto dal pubblico ministero Luca Bertuzzi, uno dei magistrati del pool fasce deboli, il nordafricano, difeso dall’avvocato Federica Rossi, rimarrà in carcere. Lo straniero, in apparenza perfettamente integrato in Italia dove ha svolto diversi lavori dal benzinaio all’operaio, ha negato le accuse.

La denuncia

In casa, stando alla denuncia della moglie che si è confidata con un maresciallo dell’Arma, si trasformava in un padrone che pretendeva il controllo assoluto sulla donna oltre che la sua cieca obbedienza. Non le era consentito di uscire, di avere amici, di parlare la lingua italiana, di intrattenersi a parlare con i vicini. Ossessionato dalla gelosia e dalla possibilità che qualcuno potesse rivolgere la parola, la costringeva a vestirsi con abiti lunghi e perfino di truccarsi il volto. Negli ultimi tempi aveva accentuato gli aspetti violenti. Ma anche in passato avrebbe colpito la donna, perfino quando era incinta.

La scortava

Nel timore che lei potesse denunciarlo la scortava sul lavoro: saltuariamente, infatti, le permetteva di svolgere l’attività di collaboratrice domestica. La sorella aveva intuito che qualcosa non andava in casa e si era consultata via mail con un avvocato riminese. «Deve trovare il modo di denunciare il marito».

Ubriaco

C’è voluta però una nuova minaccia, formulata da ubriaco sotto gli occhi dei figli, per convincere la moglie a rivolgersi alle forze dell’ordine.

L’altro giorno lui ha estratto un coltello e gliel’ha puntato al braccio: «Ti uccido, ti butto fuori di casa, ti prendo i bambini e non te li farò vedere mai più». L’appello dal balcone in perfetto italiano, la lingua proibita, l’ha resa libera.

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