Rimini, profughi senza contributo: "Errori nel sistema"

Rimini

Profughi ucraini senza contributo di sostentamento a causa di alcuni intoppi verificatosi durante la registrazione alla piattaforma online del Dipartimento della Protezione civile. È il problema sollevato, ieri, da un articolo del “Corriere Romagna”, al quale la Protezione civile replica con una nota. Che, peraltro, conferma quanto riportato su queste colonne.

Le criticità

Scrive il Dipartimento nazionale: «La piattaforma funziona, anche se siamo al corrente di alcune criticità. In particolare abbiamo rilevato dei casi in cui la persona non rintraccia, all’interno della piattaforma, il codice fiscale rilasciato dalla Questura al momento della domanda di permesso di soggiorno e quindi non può accedere né fare richiesta del contributo. Un’altra criticità - continua la Protezione civile - è segnalata da persone che, invece, hanno completato la richiesta di contributo, ma si presentano agli Uffici postali con documenti scritti solo in caratteri cirillici, senza anche la traslitterazione in caratteri latini - sono una minoranza, ma ce ne sono - e questo rende impossibile, per il personale di Poste effettuare il riconoscimento e non consente l’erogazione del contributo»

Infine - precisa la nota - per via di una «caratteristica del data-base di emissione dei permessi di soggiorno gestito dagli Uffici Immigrazione della Polizia di Stato, i figli minori di età compresa tra 14 e 18 anni non vengono “associati” ai rispettivi genitori e devono invece essere materialmente ricongiunti presentando in Questura una ulteriore dichiarazione». Per quest’ultima fattispecie gli «adulti possono comunque richiedere e ottenere il contributo loro spettante, mentre le integrazioni relative ai minori saranno recepite e pagate a conclusione dell’iter di regolarizzazione».

“Siamo pignoli”

Criticità diverse, l’una dall’altra «ma che - sottolinea la nota della Protezione civile - derivano tutte dalle modalità con le quali vengono raccolti i dati al momento della presentazione della domanda di permesso di soggiorno presso gli Uffici immigrazione, che non sono univoche in tutta Italia, oltre che dalle difficoltà di gestire una gran mole di dati e informazioni, con la complicazione della lingua».

In ogni caso. «Stiamo lavorando per risolverle tutte, insieme con il ministero dell’interno, responsabile e detentore dei dati». «Effettuare controlli approfonditi - chiosa la Protezione civile - è un’esigenza del sistema, non un vezzo burocratico, dal momento che viene erogato un contributo in contanti il cui eventuale recupero, in caso di errori, sarebbe complesso, anche in considerazione della presenza temporanea in Italia dei beneficiari. La sfida è importante, ma proseguiremo nel nostro lavoro per superare le criticità e permettere la riscossione di tutti i contributi a chi ne ha diritto».

Diamo i numeri

In conclusione, alcuni dati: «L’1 giugno - informa la Protezione civile - risultavano riscossi sull’intero territorio nazionale 15.179 contributi, per un valore complessivo di 7.872.000 euro, a fronte delle posizioni confermate che sono 22.073. Sono le erogazioni dei mesi di marzo e aprile, per coloro che hanno fatto domanda prima del 9 maggio, avendo i requisiti richiesti e per i quali sono stati effettuati tutti i controlli. Dal prossimo 10 giugno saranno in pagamento le domande presentate fino al 20 maggio».

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