Rimini, porta una bustarella in Prefettura: albergatore di Imola condannato a 18 mesi

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Tentò di passare una busta piena di soldi nelle mani dell’ignaro impiegato della Prefettura per “ringraziare” l’ufficio dell’assegnazione dei profughi al proprio hotel e nella speranza che in futuro si potesse andare incontro alle sue esigenze.
La busta fu respinta al mittente, ma l’albergatore, all’epoca dei fatti inserito nel business dell’accoglienza, è stato condannato a un anno e sei mesi di reclusione.
L’episodio, a distanza di tempo, resta ancora misterioso e il processo non ha diradato tutte le ombre: si trattò di un tentativo di corruzione o di un gesto dettato dall’ingenuità dell’albergatore? C’è chi adombrò il sospetto che il reale destinatario della bustarella non fosse quello che invece la ricevette, ma si è rimasti nel campo delle illazioni.
Di certo l’imputato, Igor Sangiorgi un 74enne originario di Imola, difeso dall’avvocato Emanuela Guerra, non è riuscito a convincere i giudici della sua buona fede. Aveva ospitato i profughi, ottenendo quarantamila euro, ma vantava anche delle fatture non pagate e soprattutto, in vista dell’estate, avrebbe voluto dirottare quegli ospiti altrove (su un’altra struttura sempre di sua proprietà) per liberare l’albergo che gestiva a Viserba.
L’uomo, cinque anni fa, si presentò raggiante per aver ottenuto un primo rimborso da parte dello Stato, con l’intenzione di consegnare una busta chiusa.
Il dipendente della Prefettura, però, una volta compresa che all’interno c’era una somma di denaro (circa millecinquecento euro) si guardò bene dall’intascarla e avvertì subito chi di dovere. Fu il prefetto dell’epoca a denunciare l’accaduto nel tentativo di fare chiarezza. Le domande di allora, però restano ancora in sospeso.
Perché l’albergatore si presentò con quella specie di “regalìa”, così simile a una mazzetta?
Era una cosa che lui o qualcun altro avevano già fatto in passato?
Sbagliò l’approccio per “ingenuità”, come sostenuto al processo, oppure sbagliò solo interlocutore?
Le indagini della polizia, in ogni caso, non hanno trovato conferme riguardo alla presenza di eventuali dipendenti infedeli.
In quel periodo i bandi per l’accoglienza dei profughi a Rimini valevano qualcosa come 53 milioni di euro.

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