Rimini, perde il lavoro e compie rapine a Savignano e Santarcangelo

Rimini

RIMINI. L’autore della rapina a mano armata messa a segno il 12 marzo al Conad di Savignano è Paolo Bianchi, autista in cassa integrazione di sessantuno anni, disperato perché a corto di soldi.

Lo ha confessato lui stesso agli agenti della polizia penitenziaria di Rimini che lo hanno interrogato in carcere. “Non sapevo più come andare avanti” ha detto. L’uomo era stato arrestato il 29 marzo a Santarcangelo subito dopo un’altra rapina in un supermercato. Bloccato grazie all’intervento di un migrante e di un vigile libero servizio, fu disarmato e consegnato ai carabinieri.

La sua confessione scagiona un altro uomo finora l’unico sospettato, ingiustamente, del colpo di Savignano: ha rischiato di finire dietro le sbarre per una semplice somiglianza. Le parole del detenuto aprono anche un altro piccolo giallo: Bianchi sostiene che la rapina gli fruttò meno di quattrocento euro. Ma secondo il supermercato il bottino fu di mille euro in più. Un’incongruenza che sarà chiarita.

Il detenuto ha perso il lavoro per effetto della crisi dei trasporti dovuta alla pandemia. “Mi dispiace per quello che ho fatto – ha aggiunto, pentito, l’ex autista - ero disperato e senza un euro”.

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