Rimini, per non pagare la parcella denuncia l'avvocato per truffa

«Restituzione prestito per parcella avvocato». È la causale scritta da un ambulante riminese in quello che risulterà un falso bonifico alla moglie con cui ha cercato di convincere il Gup del Tribunale di Rimini a confermare il decreto penale di condanna dell’avvocato che aveva perso la causa intentata al Comune per suo conto.

Il commerciante chiedeva un risarcimento per i problemi fisici riportati dopo essere inciampato nelle radici di un albero. Ora oltre ad essere chiamato a risarcire il danno di immagine arrecato alla professionista ed a pagare le spese legali da lei sostenute per difendersi, quasi certamente si troverà a sua volta sul banco degli imputati per rispondere del reato di calunnia. Guai in vista anche per la società infortunistica.

Il caso

Storia alla Totò e Peppino se in mezzo non fosse stata trascinata rischiando la carriera una giovane legale del Foro di Rimini. L’avvocato viene coinvolta in questa vicenda quando riceve mandato di intentare la causa al Municipio. A richiedere i suoi servizi l’infortunistica cui si è rivolto l’ambulante. La causa non finisce purtroppo con l’esito desiderato dal querelante. Il lavoro, però, è stato svolto e il legale presenta una parcella da 1.700 euro. La risposta dell’ambulante non lascia margini interpretativi: «Io non le do un euro perché l’ho già pagata».

Lo step successivo è stato quello di sporgere denuncia per truffa contro l’avvocato, non prima d’aver confezionato il falso bonifico che deve essere stato letto come una “prova inequivocabile della colpevolezza” dalla Procura che ha emesso il decreto penale di condanna contro cui ha presentato, vincendolo, il ricorso l’avvocato Stefano Caroli.

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