Rimini. Paziente schizza sangue negli occhi dell'infermiere

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Si strappa l’ago dal braccio e lo fa roteare insieme al deflussore, il tubo della flebo, pieno di plasma, proprio verso l’operatore sanitario più vicino a lui, con il chiaro intento di danneggiarlo, forse contagiarlo. È accaduto l’altro ieri all’ospedale infermi di Rimini. Il paziente, un trentenne nordafricano, vagava lungo la corsia del reparto all’interno del quale si trova ricoverato, quando, dopo avere dato qualche segnale di nervosismo, è stato colto da un raptus improvviso e imprevedibile. Niente, infatti, lasciava presagire la sua imminente aggressione fino a quando l’infermiere gli è passato accanto.

A quel punto, con una certa intenzionalità, ha compiuto il gesto inconsulto di strapparsi l’ago dal braccio e, pronunciando parole incomprensibili, ha schizzato il suo sangue verso il volto dell’operatore sanitario. Questi, un italiano poco più che trentenne, ha cercato istintivamente di ripararsi con le braccia, ma è stato comunque colpito agli occhi. Secondo alcuni testimoni sembrava agire con l’intenzione deliberata di nuocere all’infermiere. Lungo il corridoio si è creato il caos, fino a quando i colleghi dell’infermiere sono riusciti a intervenire con tutte le cautele e l’apprensione del caso e a mettere in condizioni di non nuocere il paziente esagitato. L’infermiere si è poi rivolto agli agenti del posto fisso di polizia dell’ospedale.

I poliziotti hanno preso in consegna l’uomo, ma dopo essersi consultati con il magistrato non hanno potuto far altro che denunciarlo a piede libero con l’accusa provvisoria di tentate lesioni. Il dubbio, anche per il tipo di reparto nel quale il nordafricano si trovava ricoverato, è però che possa essere positivo all’Hiv. Figurarsi quindi la preoccupazione del dipendente dell’ospedale: dovrà controllarsi per i prossimi sei mesi per escludere di aver contratto l’infezione. A caldo, con alcuni colleghi, si sarebbe sfogato dicendo: “Ma come, lo lasciano libero? Quindi solo se mi becco l’Aids allora potranno arrestarlo perché così non c’è reato?”. Comprensibile il suo stato d’animo. Il tempo in cui gli infermieri erano applauditi a scena aperta e considerati degli eroi sembra già alle spalle. Siamo tornati alle aggressioni, un problema non nuovo per Rimini dove i sindacati più volte hanno cercato di fare sentire a voce di medici e infermieri. Niente altro che la richiesta di maggiore sicurezza.

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